Compensi degli HR manager: italiani sul podio in Europa
Uno studio realizzato dal gruppo Hays per Il Sole 24 Ore analizza le buste paga delle figure professionali che operano nella gestione delle risorse umane. I top manager con molta esperienza sono tra i più pagati in Europa: la gestione delle persone è una funzione sempre più strategica all’interno delle imprese
Sarà pure il periodo degli algoritmi e dell’intelligenza artificiale, ma in questa economia la differenza la fanno le persone, con i loro talenti. Sarà anche per questo che la funzione HR, quella della selezione e gestione delle persone, ha un ruolo sempre più strategico nelle aziende. Per portare a bordo talenti ma anche per traghettare nella digital transformation le persone già in azienda. Se un indicatore dell’importanza degli HR è dato dallo stipendio, allora si può affermare che i compensi degli HR italiani se la battono per il podio con i colleghi europei.
La classifica
A rivelare le posizioni degli HR italiani è uno studio di Hays per Il Sole 24 Ore, che ha messo a confronto le buste paga di cinque figure professionali – direttori, hr business partner, manager, advisor e assistant – della galassia delle risorse umane in Italia, Francia, Germania, Spagna e Gran Bretagna. Partendo dai più giovani: lo studio evidenzia che il capo delle risorse umane con 2-5 anni di esperienza guadagna uno stipendio lordo annuo – comprensivo di parte fissa e variabile – di 75 mila euro in Italia, 70 mila in Francia, 68 mila in Spagna, 116 mila in Gran Bretagna. Il boom dello stipendio si ha quando c’è una seniority superiore ai 10 anni: il manager italiano guadagna 180 mila euro annui. Solo in Germania e Gran Bretagna lo stipendio è leggermente più alto: rispettivamente 190 e 186 mila euro. Mentre in Francia ci si ferma a 140 mila euro e in Spagna a 139 mila.
Andamenti simili come posizioni rispetto ai colleghi europei si riscontrano anche per le altre figure considerate dallo studio di Hays.
Carriera
L’HR è un settore in crescita, ma fare carriera non è facile. «Essenziale è l’apertura mentale di fronte al continuo progresso tecnologico – ha dichiarato al Sole 24 Ore, Mark Bowden, managing director Southern, Central, Eastern Europe & Middle East di Hays – che garantirà alle aziende sempre più strumenti da impiegare nelle strategie di sviluppo. Per massimizzare i vantaggi dell’avvento delle nuove tecnologie, è fondamentale che manager e responsabili delle risorse umane comprendano e anticipino l’impatto che queste potranno avere su tutte le dinamiche aziendali».
Gli “altri”
Secondo l’osservatorio di Job Pricing, è ripartita la crescita dei compensi dei manager italiani. La retribuzione media di un dirigente nel 2017 era pari a 101.821 euro lordi (con un delta di 600 euro circa sul 2016), quella di un quadro a 54.021 euro lordi.
La valutazione non può prescindere da un’analisi delle componenti variabili: i dirigenti, in media, nel 2017 hanno percepito circa 19.500 euro lordi, i quadri circa 6.000. È in crescita il numero di manager che hanno premi variabili nel proprio pacchetto retributivo. «Per i dirigenti si è ormai vicino alla soglia dell’80% di percettori, mentre per i quadri nel 2017 è stato “abbattuto” il muro del 70%».