Come cambia la “Repubblica degli stagisti”

Da blog personale a testata giornalistica indipendente, con uno spazio dove le aziende che offrono posizioni di stage. Così la Repubblica degli stagiste è diventata punto di riferimento per i giovani e le imprese

Repubblica degli stagisti

Alcuni l’hanno definita una “piccola macchina da guerra”, che da più di dieci anni si batte in trincea per garantire diritti e trovare opportunità ai giovani in cerca di occupazione. Solo 11 anni fa, nel 2007, “Repubblica degli stagisti” (www.repubblicadeglistagisti.it) nasceva come un blog personale, uno spazio di sfogo dove Eleonora Voltolina, una delle migliaia di neogiornaliste alle prese con lo stillicidio degli stage non retribuiti e contratti a termine, diceva la sua sui temi legati all’occupazione.  Di clic in clic, di condivisione in condivisione, il blog è diventato un sito online con una redazione – 10 i collaboratori fissi, tutti giornalisti – e numeri da testata: 100mila visitatori unici mensili, 30mila iscritti alla newsletter, quasi 20mila fan tra Facebook e Twitter.

La “Repubblica degli stagisti” ha al suo attivo importanti vittorie, ottenute grazie alla creazione di un movimento di opinione, come ha raccontato di recente la Voltolina al Corriere Buone Notizie. Prima tra tutte quella sulla retribuzione dei tirocini formativi extracurriculari, che a partire dal 2014 danno finalmente diritto a un rimborso spese obbligatorio che va da 300 a 800 euro. Un tema, quello dei compensi e dei diritti dei tirocinanti, che la testata continua a seguire con assiduità, diventando un punto di riferimento per tutti coloro che si affacciano nel complicato mondo degli stage.

Ma non è questa la sola ragione per cui il sito macina migliaia di contatti al giorno. Il portale contiene un network all’interno del quale le aziende propongono stage retribuiti e che offrono ai partecipanti la garanzia di un’esperienza realmente  formativa. Perché possano accedere a queste pagine le imprese devono avere due requisiti fondamentali: offrire un rimborso spese garantito di almeno 250 euro mensili per i diplomati e di 500 euro per i laureati, e comunicare con trasparenza il tasso di stagisti che vengono assunti a fine percorso.

Sono tanti e spesso molto noti i nomi delle aziende che fanno parte del network, e vanno da Brico a Ferrero, da TetraPak a Flixbus, dal Gruppo Bosch a Nestlé, passando per Magneti Marelli.

Ai più virtuosi la “Repubblica degli stagisti” assegna l’OK Stage, una sorta di bollino di qualità che viene conferito alle aziende che dichiarano, oltre al rispetto dei punti della Carta dei diritti dello stagista, un tasso di assunzione al termine dello stage di almeno il 30% – tre volte superiore alla media nazionale del 9%.

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