Il coaching sistemico per il bene del sistema
In cosa consiste il cosiddetto “Coaching sistemico”? Quali sono gli obiettivi di questa disciplina e quali i benefici per i professionisti e le organizzazioni? Ne parla Roberto Degli Esposti, Executive Business Coach e Managing Partner di Performant by SCOA.
|| A cura di Performant
Non ci facciamo mancare nulla, noi Business Coach. Grazie alla bulimica elaborazione ed evoluzione di una disciplina che ha da poco compiuto la maggiore età, siamo riusciti a declinare un edificio di modelli, approcci, scuole, metodi e strumenti, che neanche l’ingegneria edile con i suoi millenni di storia è riuscita probabilmente a partorire.
Il termine “partorire”, ovvero “far prendere vita a un pensiero, a una possibile lettura e interpretazione della realtà, di noi stessi e delle relazioni che ci circondano” risuona nel Coaching, perché questa disciplina riporta alla madre di molte delle altre pratiche di aiuto, supporto e sviluppo, ovvero la maieutica.
Forse proprio per questa assonanza, il Coaching continua a sfornare altri utilizzi, altre applicazioni, altre e nuove funzioni di uso.
Tra queste, quella che in assoluto di più rileva e intercetta le dinamiche organizzative è il cosiddetto “Coaching sistemico”. Volendo prendere una scorciatoia, tagliando fuori le complesse e interpretabili definizioni esistenti di questo approccio e andando direttamente al punto, il “Coaching sistemico” guarda a un soggetto collettivo (ad esempio un’organizzazione) come un unicum, come un’entità per sé.
Il soggetto del Coaching (il Coachee) diventa la struttura, il sistema, invece che l’individuo, e l’azione di sviluppo comportamentale transita dall’azione del singolo all’agire sociale. La pratica riflessiva diventa dialogo tra le singole componenti del soggetto sistemico. Le interazioni tra ciascuna delle componenti, le distanze tra di esse, i costi e i benefici delle transazioni in essere o potenziali, i valori e le culture sottostanti, che attraverso i comportamenti soggettivi sono replicati da molti e consistenti nel tempo, diventano cultura organizzativa. Il sistema nel suo complesso è il soggetto da accompagnare nella sua evoluzione, nella sua trasformazione e nella ricerca di un livello successivo di performance.
La combinazione della strumentazione di base del Coaching viene quindi articolata per rispondere al bisogno evolutivo e trasformativo dell’intera organizzazione – o di una parte di essa – che vuole intraprendere questo viaggio.
Vuole, non deve. Intende, ma non è costretta. Si assume la responsabilità di farlo ai massimi livelli, non raccomanda e invita altri di fare strada.
Il Coaching sistemico è la risposta più attuale, coerente e potente rispetto ai temi di sviluppo organizzativo che le molte politiche, i ricchi programmi e le migliori intenzioni fino ad oggi praticati hanno lasciato un po’ irrisolti, generando spesso un palpabile senso di insoddisfazione o di insufficienza in coloro che con grande fatica e molto impegno questi programmi li hanno approntati, ma anche in coloro che li hanno vissuti.
Insomma, in un futuro come quello in cui siamo precipitati, orfani come siamo delle certezze passate e magari curiosi di esplorare nuovi territori, quello che il Coaching sistemico offre è la confidenza, la consapevolezza, l’armonia e l’ingaggio necessari per affrontare le sfide che coinvolgono l’organizzazione nel suo complesso, e la strumentazione per sopportare gli errori che verranno.
Ma soprattutto per evitare di farsi abbagliare dai successi che potranno capitare.