Coaching e arte: come potenziare le risorse emotive del coachee
Anja Puntari, non a caso artista e business coach, ha unito le sue due anime dando vita ad uno strumento che si prefigge lo scopo di sollecitare, far riconoscere e utilizzare le proprie emozioni. Qui ci introduce alle carte flowknow® delle emozioni presentate a La Biennale di Venezia.
Cosa ha a che fare Brian Eno con il Coaching? E cosa accomuna un artista come David Bowie ad un manager?
Molto più di quanto si potrebbe immaginare.
Proprio “immaginare” è la parola chiave su cui vogliamo soffermarci, sia intesa nella sua accezione più comune, sia scomposta per estrarne la parola primigenia: immagine.
Nel 68’ lo slogan di Marcuse “L’immaginazione al potere” aveva scatenato un fiorire di pensieri proiettati verso un nuovo mondo. L’obiettivo era sicuramente molto ambizioso, ma come Cartesio aveva ben intuito e compreso, nessun problema può essere affrontato senza essere scomposto nelle sue parti costituenti, salvo andare incontro ad un probabilissimo fallimento.
Business Coaching ed emozioni
Ma quali sono le parti indivisibili di un problema? Se è vero che a condurre i nostri comportamenti sono le emozioni e i nostri comportamenti sono gli strumenti che risolvono o complicano un problema, potremmo affermare che le emozioni sono i tasselli di base su cui principiare qualsiasi processo risolutivo e/o creativo. McLelland “attribuisce alle emozioni la dimensione causale più profonda dei comportamenti” affermano Anja Puntari artista e Senior Business Coach e Roberto Degli Esposti Executive Business Coach e Managing Partner di SCOA The School of Coaching nel loro articolo “Il ruolo delle emozioni nel business coaching”.
A questo punto dobbiamo tornare alle domande sibilline dell’inizio per unire i punti che collegano in maniera “inimmaginabile” mondi così apparentemente lontani
Tornando infatti a Brian Eno e al coaching il mistero è presto svelato: per sbloccare la creatività di artisti del calibro di David Bowie o dei Cold Play il noto musicista e produttore ha inventato, insieme a Peter Schmidt, le carte “Oblique strategies”, un cofanetto di carte recanti frasi di vario genere.
Anja Puntari, non a caso artista e business coach, ha unito le sue due anime e ha dato vita ad uno strumento che si prefigge lo stesso scopo sebbene in contesti diversi e con caratteristiche ben più evolute.
Le carte flowknow®: uno strumento per alfabetizzare alle emozioni
Le carte flowknow® presentate a Venezia il 13 ottobre scorso nell’ambito de La Biennale da parte di SCOA The School of Coaching, si inscrivono proprio nel solco di questa corrente strumentale con una notevole evoluzione.
Anja Puntari ci racconta infatti come virtuosamente si è arrivati a coniugare il dizionario delle competenze emotive derivante dalla teoria scopistica e le opere d’arte così potenti nel superare i blocchi di tipo intellettualistico razionale, per dare accesso alla parti più creative e ispirazionali.
E’ chiaro quindi il riferimento all’immagine come grimaldello che permette all’artista, come al coachee di entrare in contatto con i tasselli emotivi che informano i comportamenti.
Un percorso creativo che ha innanzitutto interessato coloro che con Anja hanno dato vita all’evoluzione delle carte delle competenze per arrivare al tool kit delle carte delle emozioni.
E il racconto che ne fa Anja è proprio la descrizione di un processo che si è progressivamente alimentato grazie agli stessi prodotti che via via venivano creati: un sentiero il cui percorso si arricchiva mentre procedeva verso tracciati non ancora battuti perché sino ad allora sconosciuti.
Una gigantesca e collettiva esperienza di team coaching. Dalla scelta delle opere d’arte, a quella dei colori da abbinare a ciascuna carta, alla confezione del contenitore ricco di valore estrinseco ed intrinseco, Anja ci conduce in un’avventura generativa che è un’anteprima del senso e significato del tool kit flowknow®, il cui utilizzo viene insegnato nei corsi organizzati da SCOA The School of Coaching.
Per i coach un’opportunità di grande spessore scientifico e metodologico, per i coachee un modo divergente di accedere alla proprie inaspettate risorse generative.
Guarda la seconda parte dell’intervista ad Anja Puntari sulle carte flowknow®