La manifestazione ORU-Officina Risorse Umane a fine novembre ha visto riunirsi circa 80 responsabili HR di realtà aziendali di dimensioni e settori differenti, insieme a referenti istituzionali – quattro gli esponenti, tra ex e in carica, del Ministero del Lavoro –, opinion leader ed esperti per confrontarsi su otto tematiche cruciali legate al mondo del lavoro – a ciascuna delle quali era dedicato un tavolo di lavoro altamente qualificato – ed elaborare una serie di proposte che sono state poi presentate all’intera assemblea nella plenaria di chiusura dei lavori e che daranno vita a un documento che verrà inviato al ministro del Lavoro. In otto articoli differenti, vi illustriamo le premesse e le proposte di ogni tavolo.
Categoria: <span>Diversity Management</span>
Otto marzo e nulla da festeggiare: la strada per la parità di genere è ancora lunga.
La strada per la parità di genere in Italia è ancora lunga, basti pensare che – come già illustrato da HR Link negli scorsi mesi - oltre un’azienda su tre nega o banalizza le politiche sulla diversità. Leggendo gli ultimi dati Istat il panorama non cambia. Ma come si può realmente combattere il gender gap nel mercato del lavoro? Quali devono possono essere le soluzioni? Le quote rosa della legge Golfo-Mosca del 2012 non bastano, serve uno sforzo sinergico tra pubblico e privato. Oltre che politiche aziendali innovative e nuovi metodi di selezione come il blind recruitment.
Diversità e inclusione come patrimonio culturale diffuso
Negli ultimi anni, le emergenze sanitarie hanno avuto la priorità a discapito di temi quali la diversità e l’inclusione. È ora di prendere coscienza delle urgenze in tema di D&I ed elevare questi temi a patrimonio diffuso. La riflessione di Tiziano Minuti, responsabile HR e Comunicazione Caronte Tourist, si focalizza sulla necessità di superare l’approccio parziale del lavoro a favore della condivisione, di un maggior investimento nella formazione e della necessità di sostegni normativi e finanziari, soprattutto per le aziende del Mezzogiorno che decidono di misurarsi su questo terreno.
Lavoro, in Italia oltre un’azienda su tre nega, banalizza o tratta in modo conflittuale le politiche su diversità, equità e inclusione
È ancora lunga la strada verso una piena consapevolezza delle politiche di diversità, equità e inclusione da parte delle aziende italiane. È questa una delle indicazioni principali che emerge dalla survey “Equality, Diversity and Inclusion Research Italy” condotta da Workday, società leader nelle applicazioni cloud aziendali per la finanza e le risorse umane, in collaborazione con Sapio Research. Lo studio ha coinvolto 301 professionisti tra HR e business leader italiani nell’ambito delle iniziative di diversità, equalità e inclusione, appartenenti a multinazionali e medie imprese. L’indagine si è posta l’obiettivo di fotografare lo stato di equità all’interno dei luoghi di lavoro, osservando a che punto è il mondo professionale nel percorso verso l’inclusione.
Diversity & Inclusion, da policy a fattore strategico
Un’azienda inclusiva è un’azienda più performante. Tutte le ricerche condotte in materia sono concordi nell’affermare che le organizzazioni con persone di diverso genere e di diversa provenienza hanno più probabilità di ottenere risultati economici migliori. Le parole “diversity” e “inclusion” sono ormai entrate a far parte del vocabolario aziendale di ogni settore e sono sempre più spesso messe in collegamento diretto con i risultati di business. Eppure, nonostante questa accresciuta consapevolezza, la “diversità” stenta ancora a diventare elemento strategico nella conduzione dell’impresa.
Employability femminile nei settori Logistica, ICT e Mechanics: a che punto siamo?
Il forte mismatch fra domanda e offerta di lavoro in alcuni ambiti, la limitata partecipazione delle donne al mercato del lavoro e la ancor più ridotta presenza delle stesse in specifici settori, ha spinto Fondazione Gi Group e Gi Group Holding a promuovere lo studio “Women4: superare le disparità di genere per un futuro del lavoro sostenibile”.
Mercato del lavoro, il primo nodo da sciogliere è il gender pay gap
Nonostante il principio di parità sia sancito a livello costituzionale e comunitario, la piena uguaglianza di genere sotto il profilo retributivo è ancora lontana. Abbiamo analizzato il fenomeno con Alessandra Malhamè, HR Director Bristol Myers Squibb, che sarà tra i protagonisti della prossima edizione di Officina Risorse Umane.
Gender equality, perché essere transgender sul posto di lavoro è ancora una sfida
Il mondo cambia e, grazie all’impegno di attivisti e membri della comunità LGBTQ+, la sensibilizzazione verso le tematiche gender cresce, con un graduale, seppur lento tentativo di integrazione e normalizzazione della fluidità di genere. Tuttavia, la strada da percorrere è ancora lunga. A dimostrarlo sono i dati, nello specifico quelli relativi all’inclusione sul luogo di lavoro. Una ricerca firmata McKinsey, infatti, accende i riflettori su fatti allarmanti: gli adulti transgender hanno il doppio delle possibilità di essere disoccupati rispetto a quelli cis. Questi ultimi, come se non bastasse, guadagnano il 32% in più a parità di qualifiche. Ecco da dove partire per facilitare l’inclusione e la parità sul luogo di lavoro, per policy a beneficio di persone e aziende.
Gender equality, ecco come opera Winning Women Institute
È dal 2017 che Winning Women Institute lavora per certificare le aziende sul fronte della parità di genere utilizzando la metodologia del “Dinamic model gender rating”. Enrico Gambardella – già presidente e fondatore dell’Istituto, da settembre direttore dello stesso – traccia la fotografia del presente guardando alle prospettive per il futuro.
Diversity & inclusion, quando i dipendenti non ci credono
Racial e gender equality, diversity e inclusion: temi che anno dopo anno diventano sempre più protagonisti delle azioni coordinate di policy aziendale e comunicazione interna in ambito HR. Secondo un sondaggio condotto da Catalyst, nei Paesi a maggioranza bianca, tre quarti dei dipendenti hanno riferito che le politiche di equità razziale della loro organizzazione non erano autentiche. Ecco come, secondo gli autori Tara Van Bommel, PhD, Kathrina Robotham, PhD e Danielle M. Jackson, PhD, è possibile comunicare le politiche dell’azienda in modo più autentico.