Più produttività e soddisfazione del personale se il lavoro è smart
La scelta win win del lavoro agile: benefici per l’impresa, il personale e meno impatto sull’ambiente con la riduzione degli spostamenti. In Italia il lavoro agile riguarda soprattutto gli addetti della grande impresa, grazie alla contrattazione integrativa. Sperimentazione in Ducati Motor
Il lavoro è sempre più smart, tendenza inevitabile visto lo sviluppo e la pervasività della tecnologia, che rende possibile lo svolgimento della maggior parte delle mansioni anche lontano dall’ufficio. Ma lo smart working non è solo un risvolto della tecnologia, è anche il modo in cui far incontrare le esigenze dell’impresa con quelle di flessibilità del personale: non a caso è una delle richieste contenute in diverse piattaforme sindacali per i rinnovi degli integrativi aziendali.
Le indagini e le survey sullo smart working dicono che dove il lavoro è agile c’è maggiore produttività e maggiore soddisfazione del personale.
L’uovo di Colombo? Lo strumento win win delle politiche di gestione del personale?
Una delle ultime ricerche che conferma questa tendenza arriva dagli Usa: secondo il recente studio The State of Telecommuting in the U.S. Employee Workforce, condotto da Flexjobs e Global Workplace Analytics, negli Usa lo smart working è cresciuto del 115% in un decennio, con vantaggi per i dipendenti e per le aziende. I primi – che sono rappresentati ugualmente da uomini e donne, per oltre la metà sopra i 45 anni e con un tasso di istruzione superiore ai non-telelavoratori e con stipendi superiori – nel 2017 hanno guadagnato in media 11 giorni di lavoro l’anno, risparmiando circa 4 mila dollari in spostamenti. Le aziende, invece, hanno risparmiato quasi 44 miliardi di dollari per i quattro milioni di telelavoratori statunitensi, abbattendo alcuni costi fissi e beneficiando di incrementi di produttività. Le potenzialità di risparmio sono enormi, così come i benefici ambientali: gli attuali smart workers statunitensi hanno consentito il risparmio di emissioni nocive in ambiente pari alla quantità di gas serra emessa da 600 mila Suv in un anno.
In Italia il lavoro agile (regolato dalla legge 81/2017) si sta diffondendo soprattutto a livello aziendale, con la contrattazione integrativa. Lo smart working farà il suo ingresso in Ducati, grazie ad un recente accordo tra sindacati e azienda che prevede, per ora in via sperimentale e per un numero limitato di addetti, la possibilità di lavorare fuori dai locali aziendali fino ad un massimo di 5 giorni al mese. L’accordo prevede una fase sperimentale fino a dicembre 2018 e la messa a regime da gennaio 2019.
Secondo l’Osservatorio sullo Smart Working del Politecnico di Milano (che presenterà a Milano, il 30 ottobre, i risultati della ricerca 2018) gli smart workers erano, nel 2017, più di 300 mila, con una forte crescita rispetto all’anno precedente. Gli smart workers si distinguono per maggiore soddisfazione per il proprio lavoro e maggiore padronanza di competenze digitali rispetto agli altri lavoratori. Cresce l’adozione di forme di lavoro agile (cfr. Lavorare smart, lavorare bene) soprattutto tra le grandi imprese: il 36% ha già progetti strutturati (erano 30% nel 2016) di lavoro smart. Sono molte meno le pubbliche amministrazioni (5%) che hanno progetti strutturati di smart working. Anche i dati di questo osservatorio confermano aumento di produttività e maggiore soddisfazione del personale, in quelle realtà in cui il lavoro è smart.