L’avventura dell’Executive Coaching
Che cos’è l’Executive Coaching? Quali sono le peculiarità di questo tipo di percorsi e quali differenze vi sono con altre tipologie e nomenclature? Ne parla Roberto Degli Esposti, Executive Business Coach e Managing Partner di Performant by SCOA.
|| A cura di Performant
Molti nomi, tutti in inglese, una grande confusione. Executive Business e Corporate Coaching. Un po’ di luce arriva diradando i termini e prendendoli separatamente, per riconoscere il significato di ciascuno. A cominciare dall’ultimo.
Di per sé, il Coaching è “supportare le persone perché facciano crescere se stesse e le proprie performance, chiariscano il loro scopo e la loro vision, raggiungano i propri obiettivi e realizzino il proprio potenziale”. Parola di Sir John Whitmore, autore del “vangelo” del Coaching (Coaching for performance), padre del modello G.R.O.W. e co-fondatore di EMCC, European Mentor e Coaching Council.
L’esercizio del Coaching applicato al mondo degli affari, invece che a dimensioni più personali (il cosiddetto “life” Coaching, che non esclude comunque temi professionali), o a temi di carriera (“Career” Coaching appunto), può essere commissionato da singoli individui, ovvero privati, oppure da aziende: in particolare, in quest’ultimo caso, il servizio messo a disposizione si definisce “Corporate”.
Ma le aziende hanno diverse tipologie di contributori alla realizzazione dei propri obiettivi e alla generazione del valore. Tra questi, alcuni – pochi – sono collocati al vertice della piramide organizzativa e sono denominati “Executives”, ovvero sono dotati di “poteri esecutivi” in ragione della posizione che ricoprono e come conseguenza delle deleghe e delle procure che, direttamente l’azionista oppure qualcuno da esso delegato (ad esempio il consiglio di amministrazione o l’amministratore delegato), mettono a disposizione per l’efficace funzionamento dell’organizzazione.
Executive Business Coach è quindi la persona qualificata che offre il servizio, ben descritto da John Withmore, a coloro che svolgono funzioni apicali, ai direttori strategici. Questo servizio può essere corporate, ovvero spesato dall’azienda, oppure acquistato privatamente, cosa che per esempio negli USA è assai più diffusa che in Italia o in Europa.
Ma, rispetto al Coaching messo a disposizione per altri livelli manageriali o professionali, nell’Executive Coaching cambia il modello o l’approccio? In realtà, non tanto il metodo o i metodi, ma sicuramente lo spessore e l’esperienza del Business Coach. È frequente e riconosciuto come valore il fatto che il Coach abbia esperienze pregresse di un livello comparabile al Coachee, anche se non è mandatorio. Ma aldilà di questo, cambia un’intenzione – e spesso viene meno un passaggio metodologico.
In termini di processo, un Executive Business Coaching Program non prevede una fase di avvio e di chiusura con gli stakeholders, a favore di una più pronunciata presa di consapevolezza delle aree di sviluppo che il Coachee ritiene di perlustrare e allenare. Il dialogo tra Coach e Coachee, nella fase iniziale del “contratto” tra i due, è così particolarmente intenso e sfidante. In quei momenti, di scambio esplorativo e di tratteggio del possibile orizzonte, l’azione maieutica del Coach esprime il suo massimo potenziale. Le ricadute, in termini di impatto del percorso, sono spesso di tali magnitudo organizzative ed economiche da richiedere una lettura – di contesto e di spinte emotive – davvero lucida, e di questo anche il Coach si sente, volente o nolente, partecipe.
Molti Executive Program diventano poi programmi di accompagnamento anche pluriennali. A volte vengono integrati con programmi dedicati ai team di cui l’Executive è il leader, senza che per questo il Coach possa deflettere dal suo mandato non valutativo della realtà che osserva in merito alle persone che collaborano con il proprio Coachee e senza che possa farsi carico di percorsi individuali a questi dedicati.
Se non fosse una metafora fin troppo abusata si potrebbe dire che un programma di Executive Coaching è davvero un viaggio. Ma se si ha la fortuna di partecipare a questi programmi come Coach, si scopre che si tratta più frequentemente di una vera e propria avventura.