Assicurazione sulla vita come benefit aziendale: cresce l’attenzione verso cura e responsabilità sociale

L’assicurazione sulla vita si sta affermando come strumento di welfare strategico, rispondendo alle esigenze personali dei dipendenti e migliorando il legame tra lavoratore e datore di lavoro, con impatti positivi su benessere e produttività

assicurazione sulla vita come benefit aziendale

In un mondo del lavoro sempre più attento al benessere delle persone, cresce l’attenzione verso strumenti di welfare capaci di rispondere non solo alle esigenze professionali, ma anche a quelle personali e familiari. Tra questi, si sta affermando l’inserimento dell’assicurazione sulla vita come benefit aziendale.

L’assicurazione sulla vita rappresenta una garanzia economica per i beneficiari in caso di decesso dell’assicurato. Si tratta di una forma di protezione spesso sottovalutata, ma capace di fare una grande differenza nei momenti più delicati. Secondo i dati di ANIA – Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici, nel 2024 il settore vita ha registrato un aumento del 19,9% rispetto all’anno precedente.

I benefit legati alla salute continuano a essere tra i più apprezzati dai lavoratori. Secondo il Great Employee Benefit Study 2024, condotto dal Gruppo Epassi insieme all’Università di Aalto, l’assistenza sanitaria completa sul posto di lavoro risulta essere il beneficio più ambito in paesi come Italia, Regno Unito, Svezia e Finlandia. In particolare, l’83,2% dei dipendenti italiani sarebbe disposto a cambiare azienda per un’offerta di welfare migliore, con una forte enfasi sui servizi sanitari. 

Libertà di scelta 

Uno degli aspetti più vantaggiosi delle polizze vita aziendali è la possibilità di designare liberamente i beneficiari, senza vincoli di successione ereditaria. Questo aspetto le rende particolarmente adatte a rispondere alla crescente diversità delle configurazioni familiari moderne, proteggendo partner non sposati, amici e caregiver informali. Da questo punto di vista, anche il Family Database dell’OCSE suggerisce che l’evoluzione dei nuclei familiari renda necessaria una revisione degli strumenti di protezione sociale, sempre più inclusivi e flessibili.

Per le aziende, includere un’assicurazione sulla vita rappresenta dunque un atto concreto di responsabilità sociale in grado, probabilmente più di altri, di dimostrare attenzione verso le esigenze personali dei dipendenti e riconosce l’importanza delle loro relazioni affettive, al di là delle convenzioni giuridiche. 

Un asset strategico per le aziende

L’inserimento di una polizza vita tra i propri benefit aziendali risponde alle crescenti richieste dei dipendenti in termini di benessere personale e familiare. In un mercato del lavoro competitivo, dove attrarre e trattenere talenti è diventato un obiettivo centrale, l’offerta di benefit legati alla protezione e al welfare rappresenta un importante strumento di employer branding.

L’assicurazione sulla vita è percepita come un beneficio ad alto valore, che non solo supporta i dipendenti in caso di eventi imprevisti, ma contribuisce anche a rafforzare il legame tra lavoratore e datore di lavoro. Secondo lo State of the Global Workplace 2024 di Gallup, i dipendenti che sentono di ricevere un supporto adeguato nelle loro necessità personali hanno il 23% in più di probabilità di rimanere nell’azienda e mostrano una produttività superiore del 18%. 

Lo studio di Gallup ha rilevato anche che il basso livello di coinvolgimento dei dipendenti a livello globale potrebbe comportare una perdita economica pari a 8,9 trilioni di dollari, ovvero il 9% del PIL mondiale. Investire in iniziative di welfare, come l’assistenza sanitaria e le polizze vita, non solo migliora l’engagement dei dipendenti, ma ha dunque anche un impatto diretto sulle performance aziendali.

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