Amplifon: formazione e cultura aziendale

È uno dei brand di apparecchi medicali più conosciuti, Amplifon, dietro al quale c’è una multinazionale che coinvolge 20 mila persone. Scopriamo i capisaldi della sua people strategy dalle parole di Francesca Morichini: Chief HR Officer della società

Amplifon è un’azienda italiana nata nel 1950 e che oggi è leader mondiale nel settore della cura dell’udito con oltre 20mila tra dipendenti diretti e collaboratori e circa 10 mila negozi in 26 Paesi del mondo, dagli Stati Uniti alla Nuova Zelanda, passando per l’Europa, l’India e la Cina. La popolazione aziendale si articola tra personale di negozio (audioprotesisti e client advisor) e personale di back office (l’headquarter globale è a Milano ma ci sono uffici in tutti i Paesi nei quali l’azienda opera). 

“Grazie al nostro footprint globale abbiamo una popolazione aziendale molto diversa: in Amplifon sono rappresentate oltre 100 diverse nazionalità e le donne costituiscono oltre il 70% del totale dei dipendenti, più della metà dei quali è composta da audioprotesisti, ovvero i tecnici specializzati – in Italia occorre una laurea triennale – che aiutano le persone a identificare l’eventuale perdita uditiva e trovare la migliore soluzione per curarla”  afferma Francesca Morichini, Chief HR Officer di Amplifon

Le persone al centro

La nostra strategia HR si fonda su tre elementi: organizzazione, persone, cultura aziendale. In tutti i Paesi in cui operiamo, cerchiamo di mantenere sempre un’alta coerenza tra questi elementi e la strategia di business – prosegue Morichini –. Quando parliamo di organizzazione, ci concentriamo sull’avere una struttura aziendale, processi e strumenti che facciano da acceleratori della performance di business”. 

Per un’azienda come Amplifon, altamente focalizzata sul servizio, le persone rappresentano però la risorsa più importante e il vero vantaggio competitivo, come conferma Morichini: “Lavoriamo ogni giorno attraverso attività di selezione, formazione, sviluppo e succession planning affinché i nostri dipendenti abbiano le competenze, di leadership e funzionali, necessarie per avere successo nel breve e nel lungo termine. Infine, riguardo la cultura aziendale, coltiviamo la nostra identità distintiva, coerente con la nostra mission, e lavoriamo molto sulla comunicazione interna per allineare tutti i livelli dell’organizzazione rispetto alla strategia, agli obiettivi e ai valori aziendali, facilitando la comprensione delle scelte di business, anche delle più complesse, e stimolando il dialogo e il confronto”.

Valori condivisi

In un momento storico connotato dalla mancanza di personale, la sfida per il dipartimento HR è quella di trovare talenti e, una volta a bordo, riuscire a mantenerli in azienda. Compito reso arduo dalle nuove generazioni, che hanno scardinato il sistema preesistente di leve motivazionali, mettendo al primo posto un work-life balance equilibrato e flessibile e un set di valori che l’azienda deve condividere per essere scelta dai candidati, ribaltando così addirittura l’intero processo di selezione: “Il primo elemento indispensabile è una comunicazione trasparente. È essenziale che i messaggi alle persone, candidati e dipendenti, siano coerenti con la loro esperienza. Per questo ci impegniamo a far conoscere all’esterno la nostra realtà aziendale ma, soprattutto, a far sì che quello che comunichiamo sia in linea con ciò che le nostre persone vivono quotidianamente. E che la loro esperienza sia eccellente. Inoltre, il fatto di avere un purpose molto concreto e direttamente collegato al miglioramento della vita delle persone, ci agevola nell’attrarre talenti all’interno della nostra organizzazione e successivamente nell’ingaggiarli”.

“È importante  – prosegue Morichini– avere standard di recruiting elevati e uniformi in tutto il mondo e noi lavoriamo assiduamente affinché ciò sia possibile, coltivando una cultura aziendale distintiva, legata alla nostra mission e riconosciuta sia all’interno sia all’esterno. Inoltre, investiamo costantemente sulle nostre persone lungo l’intero employee journey. Offriamo a tutti un ambiente stimolante in cui anche le risorse più junior possano esprimere il proprio potenziale e avere un impatto diretto sul business. Investiamo moltissimo nella formazione e nello sviluppo, a tutti i livelli organizzativi, anche grazie a percorsi di carriera individuali che prevedono la possibilità di combinare esperienze presso il nostro headquarter globale a Milano con ruoli all’estero in una delle nostre sedi tra 26 Paesi del mondo. Infine, ci assicuriamo che i sistemi premianti riflettano sempre il merito e la performance delle persone”.

Formazione continua

Tra gli elementi attrattivi c’è sicuramente la possibilità di crescere – professionalmente ma anche personalmente – e di continuare ad apprendere e a formarsi per adeguarsi alla continua evoluzione del contesto in cui viviamo: oggi, infatti, la competenza più importante è diventata l’apprendimento continuo, la capacità di ‘imparare a imparare’ per essere sempre aperti al cambiamento e capaci di adattarsi ai trend e cogliere nuove opportunità. Tutti i dipendenti Amplifon, spiega Morichini, hanno accesso a una modernissima piattaforma di e-learning con oltre 20 mila corsi in tutte le lingue del gruppo, sviluppati internamente o in partnership con business school e società di formazione. A questa si affiancano una Retail Academy, dedicata al personale di negozio, con formazione individuale e di team, on the job o in aula, e una Ampli-Academy, con percorsi di formazione globali in aula, sviluppati insieme alle migliori business school e dedicati ai talenti da tutto il mondo. 

“Prevediamo inoltre piani di on-boarding molto strutturati, oltre a programmi di coaching e mentorship. Ogni anno, offriamo almeno tre giornate di formazione a ciascun dipendente e abbiamo sviluppato una strategia di ascolto che garantisce che le esigenze dei nostri dipendenti siano recepite. La migliore fidelizzazione si ottiene anticipando le richieste e impegnandosi a migliorare ciò che conta di più per loro, assicurando che il nostro ambiente di lavoro sia inclusivo, flessibile e diversificato, e stimolando tutti a dare il meglio di sé” commenta la Chief HR Officer di Amplifon.

Un ambiente inclusivo e flessibile oggi è imprescindibile ha affermato Morichini, che approfondisce: “In primo luogo, il rispetto e la valorizzazione della diversità, insieme alla capacità di includere, sono parte del nostro Dna e di ciò di cui ci occupiamo ogni giorno. Siamo un’azienda globale, in cui quasi il 70% dei dipendenti sono donne, che opera in mercati con abitudini e culture differenti e che serve ogni anno circa un milione di consumatori tra loro molto diversi, aiutandoli a sentirsi più inclusi e riscoprendo le emozioni dei suoni. La valorizzazione della diversità in azienda – non solo in termini di genere e di nazionalità ma anche di cultura, etnia, opinioni politiche e religiose, carattere – per noi non è solo la cosa giusta da fare ma anche un’esigenza di business, perché ci consente di comprendere e, quindi, servire nel modo migliore possibile i nostri clienti. Per fare sempre meglio e porci obiettivi più sfidanti, abbiamo recentemente costituito un comitato interno focalizzato sui temi di Diversità, Inclusione, Equità e Appartenenza (DEIB) con il compito di promuovere iniziative e azioni concrete per favorire un ambiente di lavoro sempre più inclusivo”.

Accanto all’inclusività, il wellbeing è l’altro concetto diventato cruciale, nell’ambito del quale si gioca il sottile equilibrio tra le esigenze di business e quelle dei collaboratori: “In Amplifon ci impegniamo affinché il nostro sia quello che definiamo un ‘winning workplace’. Per questo, investiamo costantemente sugli spazi, sui luoghi di lavoro e sulle tecnologie a disposizione delle persone, ma anche su un modello di organizzazione del lavoro che concili le esigenze di flessibilità con il business mantenendo, ovviamente, alto il focus sulle relazioni interpersonali. Infine, abbiamo da tempo un sistema di flexible benefit che permette di avere un impatto tangibile sulla motivazione e soddisfazione delle nostre persone”conclude Francesca Morichini.

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