AI e nuove tecnologie al lavoro: tutele e prevenzione dei rischi per sfruttare le opportunità
Si è discusso dei rischi e dell’opportunità dell’Intelligenza Artificiale in uno dei dieci tavoli dedicati ad altrettante tematiche centrali per le aziende e per l’intero sistema Paese, organizzati durante ORU-Officina Risorse Umane 2023, la due giorni di HR Link e Stati Generali Mondo del Lavoro che si è tenuta a Napoli l’11 e 12 novembre 2023. Vediamo quanto è emerso
L’Intelligenza Artificiale è già entrata nelle imprese e la sua evoluzione sembra progredire più velocemente delle normative che la regolamentano. A partire dalla domanda universale su come l’AI cambierà il mondo del lavoro, sono tanti gli interrogativi attorno a questa tecnologia rivoluzionaria. Da un lato c’è l’intento di approfittare del potenziale di macchine in grado di imparare dall’esperienza, adeguarsi alle informazioni ricevute e svolgere compiti che prima erano a esclusivo appannaggio delle persone e dall’altro l’esigenza di prevenirne i rischi.
Quali precauzioni aziende e lavoratori dovranno prendere? Quale dovranno essere le attenzioni del legislatore? Su quali competenze sarà necessario investire per mantenere la centralità umana anche nel futuro?
In breve, come regolamentare l’impatto dell’AI nelle aziende?
Su opportunità e rischi dell’Intelligenza Artificiale nelle aziende si sono interrogati i partecipanti del tavolo dedicato all’AI e alle nuove tecnologie coordinati da Federico Amicucci, Ceo, Business & Strategy director di Skilla durante ORU-Officina Risorse Umane 2023, uno dei dieci tavoli tematici attorno ai quali responsabili HR di importanti aziende hanno partecipato insieme a referenti istituzionali, professionisti e opinion leader per presentare proposte concrete alle istituzioni
AI e nuove tecnologie al lavoro: vantaggi e tutele
La necessità di direttive sull’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale è materia di interesse non solo per le imprese, ma per tutto il sistema Paese, chiamato a salvaguardare la competitività nel contesto mondiale garantendo, al contempo, forme di evoluzione sostenibili del rapporto uomo-macchina.
Va in questa direzione l’esigenza legittima di interrogarsi su quelli che sono i possibili rischi dell’AI e della sua evoluzione esponenziale. Politiche di gestione del rischio potrebbero considerare tutele sociali per alcune professioni messe a repentaglio dall’AI, analisi sugli eventuali aspetti discriminatori della sua applicazione, così come la garanzia di un approccio etico alla raccolta, elaborazione e utilizzo dei dati.
Una questione cruciale è anche quella della disparità di risorse economiche tra le aziende, che porta le imprese con meno disponibilità a “restare indietro” nella transizione tecnologica, perdendo competitività.
La massiccia diffusione dell’Intelligenza Artificiale nelle aziende renderà anche necessario l’aggiornamento della classificazione dei livelli di inquadramento dei lavoratori e delle loro retribuzioni, così come un diverso approccio alla tutela del loro equilibrio psico-fisico a fronte di cambiamenti profondi e una generale riflessione sulla qualità del lavoro, minacciata da un possibile livellamento degli standard a discapito della diversificazione.
D’altro canto, non possono essere ignorati i vantaggi e le opportunità derivanti dall’implementazione dell’AI, come l’incremento di produttività e la maggiore rapidità di alcuni processi, che porta alla possibilità di liberare risorse da destinare, per esempio, ad attività di upskilling, benessere e tutoring delle giovani leve.
Le proposte su AI e mondo del lavoro
Le proposte del tavolo di lavoro dedicato ad AI e nuove tecnologie al lavoro riguardano la figura dell’AI Officer, un piano di addestramento per lo scambio di competenze tra le diverse generazioni e la formazione obbligatoria.
AI Officer
La prima proposta suggerisce l’urgenza di una identificazione da parte del legislatore di parametri e limiti al fine di un utilizzo etico e non discriminatorio dell’AI. Questo potrebbe avvenire con l’istituzione del ruolo di AI Officer (IAO), un referente aziendale certificato che diventerebbe il responsabile dell’utilizzo dell’AI nel rispetto dei parametri identificati sia dalla normativa generale che dalle policy aziendali.
Oltre a ciò, l’AI Officer avrebbe il compito di supervisionare e rendicontare la transizione in termine di formazione, di employability e di benessere psicologico, con il supporto dell’IT manager e dell’HR. Altre responsabilità sarebbero quelle di certificare il risparmio di ore mensili di produttività grazie all’uso dell’AI e di dialogare con figure apicali e il Cda sulle tematiche legate all’Intelligenza Artificiale.
Apprendistato inverso
La seconda proposta riguarda la creazione di sistemi di agevolazioni per le aziende e per le risorse che favoriscono le “staffette” generazionali, secondo sistemi di apprendistato inverso.
In caso di ricorso al part-time da parte del personale old economy (eventualmente prossimo alla pensione) che addestri l’AI e le nuove generazioni, lo Stato si dovrebbe far carico – suggerisce la proposta – del riconoscimento dei contributi previdenziali sulle ore non lavorate o accettare una minor contribuzione a carico delle aziende su tali ore (come avviene per l’apprendistato). Al fine di beneficiare di questo sistema verrà redatto un “piano di addestramento”.
Formazione obbligatoria
La terza proposta solleva la necessità di elevare il livello di consapevolezza degli strumenti di Intelligenza Artificiale attraverso corsi di formazione obbligatoria e corsi di riqualificazione professionale in digital skill per le risorse addette ad attività che verranno svolte dall’AI.
La proposta include l’introduzione di agevolazioni per le aziende che certificheranno il risparmio di ore mensili di produttività grazie all’uso dell’AI e che destineranno una percentuale di tale risparmio in formazione sulle nuove tecnologie.
Il commento del coordinatore
“Così come ricordiamo il mondo prima e dopo l’avvento della stampa, dell’industria e di internet, sicuramente ricorderemo il mondo prima e dopo l’introduzione dell’intelligenza artificiale” afferma Federico Amicucci.
“Si tratta – continua – di una transizione enorme che porta dei rischi, ma anche delle grandissime opportunità. Recupereremo produttività, riumanizzeremo il tempo, avremo la possibilità di fare cose che prima erano del tutto inimmaginabili. Ma questa tecnologia richiede anche uno sforzo per gestire la transizione. Ecco perché, come oggi è obbligatoria la formazione su salute e sicurezza, dovrà diventare obbligatoria anche quella sull’AI per tutte le risorse. Servono anche policy che garantiscano un uso equo, responsabile e sostenibile dell’AI e si deve garantire una staffetta generazionale che possa assicurare il trasferimento delle competenze alle nuove generazioni, che a loro volta potranno addestrare nuovi modelli e portare un vantaggio competitivo per l’azienda”.
I partecipanti al tavolo
Federico Amicucci CEO, Business & Strategy director Skilla, come coordinatore, Franco Cipriano Fondatore, HR Storytelling come facilitatore e la direzione scientifica di Francesco Rotondi. Hanno contribuito con il proprio punto di vista Franco Caliò, Ceo HR Director IDM, Alessandro Castelli – Direttore Risorse Umane, Comunicazione, ESG, Assetto Organizzativo, Property e Mo- CA Vita – CA Assicurazioni, Andrea Del Rizzo Group HR Director, Codognotto, Roberta Francavilla Chief People Officer, Original Marines, Pietro Largo, Responsabile Risorse Umane Macro Area Centro Poste Italiane, Donato Madaro, Direttore Area Risorse Umane IRCCS Istituto Tumori “Giovanni Paolo II” Bari, Simone Maldino HR Director Cambiaso Risso Group, Marco Monga, HR Director, IIT, Alessandro Scotellaro, Consigliere del C.d.a. Original Marines, Stefano Zanetto, Direttore Risorse, Vittoria Assicurazioni.