Agenzie per il lavoro, falsi miti da sfatare
Sono 640 mila ogni anno le persone che accedono a una opportunità di lavoro dipendente attraverso le agenzie per il lavoro. Eppure, a oltre vent’anni dalla loro istituzione, le Apl scontano ancora l’esistenza di alcune false credenze
Introdotte nel nostro ordinamento giuridico più di venti anni fa, le Agenzie per il lavoro (Apl) ancora non riescono a liberarsi da un certo pregiudizio negativo sul loro conto.
Ad alimentarlo alcuni falsi miti che circolano e resistono, riguardanti il tipo di servizi offerti dalle Apl, i presunti costi e la qualità dei contratti che si riescono a ottenere.
Ma quali sono le principali fake news che circolano sul centinaio di Agenzie per il lavoro che operano su tutto il territorio nazionale?
Tra le falsità più diffuse e resistenti nel tempo ci sono quelle per cui le Agenzie tratterrebbero gran parte delle retribuzioni dalla busta paga dei lavoratori in somministrazione o che farebbero pagare i servizi offerti quali l’orientamento, il bilanciamento delle competenze, la formazione e la collocazione. In realtà la legge vieta espressamente di esigere o comunque ricevere compensi dal lavoratore, pena la cancellazione dall’Albo istituito presso il Ministero del Lavoro al quale devono essere iscritte obbligatoriamente le Agenzie per poter operare. Per quanto riguarda poi i servizi offerti, sono assolutamente gratuiti perché a carico delle aziende, come ha chiarito anche recentemente Assolavoro, l’associazione nazionale di categoria delle Apl.
Ad alimentare la considerazione negativa sulle Agenzie per il lavoro sono anche le credenze relative ai contratti che riescono a far ottenere a chi si rivolge a loro. In particolare quelle relative alla somministrazione, ossia quando un lavoratore assunto dall’agenzia stessa con contratto a termine, a tempo indeterminato o in apprendistato, lavora “in missione” presso qualche azienda. A questo riguardo Assolavoro chiarisce che i lavoratori in somministrazione godono degli stessi diritti, delle stesse tutele e della stessa retribuzione dei lavoratori con la stessa mansione assunti direttamente dall’azienda utilizzatrice (mentre un lavoratore in cooperativa ha uno stipendio anche del 20% più basso).
Altra fake news è quella per cui le Agenzie offrono solo occasioni di lavoro temporaneo e poco qualificato. In realtà i lavoratori in somministrazione a tempo indeterminato sono oltre 30 mila e, secondo i dati Inps, gli occupati tramite Agenzia lavorano mediamente per 20 giornate in un mese. Inoltre le Apl lavorano con tutti i settori e coprono tutte le esigenze, specialmente, nell’ultimo periodo, quelle di figure professionali con digital skills. Non a caso un corso di formazione su due attivato dalle Apl contiene moduli sulla digitalizzazione e sulla manifattura 4.0.
Secondo i dati dell’Osservatorio di Assolavoro le Apl sono il canale attraverso cui accedono a un’occupazione regolare oltre 600 mila persone ogni anno, di cui una su tre viene da una condizione precedente di disoccupazione. Il 54% ha meno di 34 anni mentre la parte restante è concentrata nella fascia d’età tra i 35 e i 39 anni. Gli over 50 hanno un’incidenza di poco superiore al 12% del totale.