Accordi di secondo livello all’insegna della flessibilità

Strumenti fondamentali per adattare i contratti nazionali alla singola realtà aziendale, gli accordi di secondo livello permettono flessibilità in diversi ambiti: vediamo quali e con quali clausole

Gli accordi di secondo livello rappresentano uno strumento fondamentale nella dinamica delle relazioni industriali in Italia. Questi accordi, stipulati a livello aziendale o territoriale, permettono infatti una maggiore adattabilità delle condizioni di lavoro alle specifiche esigenze produttive e organizzative di singole unità aziendali o di specifici settori. La loro importanza è cresciuta in seguito alle riforme del mercato del lavoro che hanno incentivato proprio forme di negoziazione più vicine alle realtà locali e aziendali. 

Attraverso gli accordi di secondo livello – spiega Gianluca Dardato, Chief HR Officer di Esaote – si possono adattare le regole di lavoro in modo più efficace e flessibile a quelle che sono le esigenze delle singole aziende, al fine di migliorarne la competitività. In cambio i lavoratori possono ottenere dei benefici in termini di welfare, in senso lato (benefit, premi di produttività congedi, permessi, indennità), anche con vantaggi fiscali e contributivi”.

Strumenti vantaggiosi, dunque, ma non applicabili a tutti gli ambiti. Vediamo allora quali sono gli elementi che possono essere oggetto di modifica negli accordi di secondo livello e cosa è necessario sapere per comprendere a fondo questo strumento di flessibilità.

Elementi modificabili: quali sono

La contrattazione di secondo livello può modificare una serie di elementi legati al rapporto di lavoro, rispetto alle condizioni stabilite dai contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL). Elenchiamo i più significativi.

Orario di Lavoro

Gli accordi possono definire modelli di orario flessibile, come la riduzione o l’incremento delle ore lavorative, turni su misura per esigenze produttive particolari, e la distribuzione dell’orario in maniera non convenzionale (per esempio, l’introduzione di turni compressi o di lavoro a ciclo continuo).

Retribuzioni

È possibile concordare premi di risultato, bonus legati alla produttività o alla qualità, integrativi salariali specifici per progetti o periodi di particolare impegno, così come meccanismi di partecipazione agli utili aziendali.

Formazione professionale

Gli accordi possono prevedere programmi di formazione e sviluppo delle competenze tagliati sulle necessità dell’azienda e sulle prospettive di carriera dei dipendenti.

Welfare aziendale

L’introduzione o la modifica di benefici legati al welfare aziendale, come assistenza sanitaria integrativa, servizi per l’infanzia, o supporto per la mobilità, sono spesso oggetto di questi accordi.

Salute e sicurezza sul lavoro

Accordi specifici possono dettagliare misure supplementari per la sicurezza sul lavoro, oltre a quelle previste dalla legge, personalizzando le soluzioni alle esigenze di specifici contesti produttivi.

Flessibilità del lavoro

L’introduzione di forme di lavoro agile o telelavoro, la regolamentazione del lavoro intermittente e la gestione flessibile dei picchi di attività possono essere negoziati a questo livello.

Cosa c’è ancora da sapere sugli accordi di secondo livello

Per navigare efficacemente nel mondo degli accordi di secondo livello, è importante tuttavia comprendere alcuni aspetti chiave.

Legalità e conformità

Gli accordi di secondo livello non possono derogare dalle norme imperative di legge e dai diritti fondamentali dei lavoratori garantiti dalla Costituzione e dalla legislazione europea. Devono inoltre rispettare i limiti e le condizioni stabiliti dai CCNL di riferimento.

Rappresentatività sindacale

Solo le organizzazioni sindacali rappresentative a livello nazionale o territoriale hanno la legittimazione a stipulare accordi di secondo livello. Questo aspetto è fondamentale per garantire che gli accordi siano frutto di una legittima concertazione sociale.

Procedura di negoziazione

La procedura di negoziazione deve essere trasparente e inclusiva, prevedendo momenti di consultazione e partecipazione dei lavoratori. Inoltre, è spesso accompagnata da processi di verifica e validazione dell’accordo, che possono includere la ratifica attraverso votazioni dei lavoratori.

Durata e revisione

Gli accordi di secondo livello hanno una durata definita, al termine della quale possono essere rinnovati o modificati. La durata è spesso legata a quella dei progetti produttivi o alle fasi di sviluppo aziendale.

Effetti legali

Una volta firmati, gli accordi di secondo livello diventano vincolanti per le parti. Le condizioni stabilite hanno effetto diretto sui contratti individuali di lavoro e possono prevedere clausole penali per il mancato rispetto degli impegni.

Risoluzione di conflitti

Molti accordi includono clausole per la risoluzione di eventuali dispute, spesso attraverso meccanismi di conciliazione e arbitrato, al fine di evitare l’escalation in conflitti aperti.

Il commento dell’HR

Gli accordi di secondo livello sono dunque un pilastro della flessibilità nel panorama lavorativo italiano, permettendo un adattamento delle condizioni di lavoro che beneficia sia lavoratori sia datori di lavoro. Tuttavia, la loro efficacia dipende dalla capacità di negoziare in modo equo e dalla profonda conoscenza delle dinamiche legali e organizzative. 

“Il contratto di secondo livello – conferma Dardato – suggella  la qualità dei rapporti con le OO.SS, consentendo di raggiungere un livello di maturità della relazione che agevola altresì la possibilità di affrontare eventuali situazioni anche impreviste e non definite a priori. Anche a causa delle incertezze normative, però, è importante cercare di mantenere lo strumento flessibile, legato il più possibile al momento, e non creare irrigidimenti che nel lungo periodo rendano meno efficace la natura per cui lo strumento stesso nasce e produce i suoi risultati migliori”.

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