Il futuro dell’IA: 4 trend per il 2025

Quali saranno i trend dell’Intelligenza Artificiale nel 2025? Con l’arrivo del nuovo anno, aziende, esperti e istituti di ricerca si concentrano sull’analisi delle tendenze emergenti, un compito complesso data la velocità e l’imprevedibilità che talvolta caratterizza gli sviluppi tecnologici. Comprendere questi sviluppi non è solo utile per anticipare le aspettative, ma diventa essenziale per orientarsi in un panorama in continua trasformazione. In questo articolo esploreremo quattro temi chiave, con un focus particolare sul loro impatto nel mondo delle organizzazioni e delle Risorse Umane.

A cura di Skilla

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“AI Agent” la prossima buzzword

Tra i Top Strategic Technology Trends per il 2025, l’azienda di consulenza Gartner colloca al primo posto gli Agentic AI: software progettati per prendere decisioni autonomamente e agire per raggiungere obiettivi specifici. Gartner prevede che, entro il 2028, almeno il 15% delle decisioni lavorative quotidiane sarà preso autonomamente grazie a queste tecnologie, rispetto allo 0% attuale.

Anche Nvidia, leader nel settore dei semiconduttori, identifica gli Agentic AI come una delle tendenze più rilevanti, descrivendoli come IA capaci prendere decisioni complesse e intraprendere azioni basate su un apprendimento iterativo. Su TechRepublic, l’esperta Megan Crouse evidenzia che, pur mancando una definizione precisa, il trend sembra essere chiaro: gli “agenti” rappresentano l’evoluzione dei “copiloti” dei 2024.

Nel contesto organizzativo, Josh Bersin, noto analista di Risorse Umane, avverte che l’esperienza dei dipendenti con gli agenti IA rischia di essere frammentata a causa della proliferazione di tool non integrati. Attualmente, queste tecnologie eccellono in compiti specifici, ma mancano sistemi capaci di armonizzarle.

Bersin sottolinea che il controllo umano, in particolare da parte dei team HR, sarà cruciale per garantire l’affidabilità dei sistemi e ottimizzarne l’adozione. Guardando al 2025, prevede una forte competizione nel settore degli agenti IA, rendendo questo il momento ideale per le organizzazioni di definire strategie mirate e preparare competenze interne per gestire al meglio queste tecnologie.

La “resa dei conti” con l’IA generativa

Un recente sondaggio dell’IEEE (Institute of Electrical and Electronics Engineers), che ha coinvolto 355 responsabili tecnologici (CIO, CTO e direttori IT) in Brasile, Cina, India, Regno Unito e Stati Uniti, rivela che il 91% degli intervistati prevede una “resa dei conti” per l’IA generativa nel 2025. Le aspettative e l’interesse del pubblico si sposteranno infatti verso una maggiore comprensione della tecnologia, con particolare attenzione a temi come la trasparenza, l’accuratezza dei risultati e altri aspetti etici e tecnici. Secondo gli intervistati, molte aziende devono ancora sviluppare una strategia efficace per sfruttare l’IA generativa, e il 2025 rappresenterà un momento cruciale per individuare applicazioni capaci di generare valore reale. Anche SAS, azienda leader in analisi avanzate, condivide una visione simile. Secondo Marinela Profi, AI Strategy Advisor di SAS, molte organizzazioni stanno già abbandonando i progetti avviati nel 2023 perché hanno sottovalutato un elemento chiave: l’Intelligenza Artificiale necessita di dati di qualità. Le aziende devono quindi avere il coraggio di fermarsi e affrontare questa criticità, investendo nella gestione dei dati per poter sfruttare appieno il potenziale dell’IA generativa.

Applicazioni nella cybersicurezza

Il sondaggio dell’IEEE evidenzia che, tra i principali utilizzi previsti per l’IA nel 2025, il 48% degli esperti indica l’identificazione in tempo reale delle vulnerabilità informatiche e la prevenzione degli attacchi. L’IA rappresenta però un’arma a doppio taglio: sarà sia un alleato che una minaccia per la cybersicurezza. Secondo TechRepublic, il ruolo crescente dell’IA nei reati informatici è innegabile.

Un ulteriore rischio riguarda l’integrazione di strumenti come ChatGPT e Google Gemini nelle operazioni aziendali, che aumenta il pericolo di esposizione accidentale dei dati e pone nuove sfide alla privacy. Per affrontare queste minacce, le organizzazioni dovranno implementare rapidamente controlli e politiche di governance rigorose, garantendo che i vantaggi offerti dall’IA non compromettano la sicurezza e la riservatezza delle informazioni.

In questo contesto, lo studioso e futurista Bernard Marr introduce il concetto di “privacy paradox”: le persone desiderano esperienze sempre più personalizzate, ma esigono al contempo un uso trasparente ed etico dei propri dati. Secondo Marr, nel 2025, le aziende di successo saranno quelle capaci di bilanciare queste esigenze, offrendo esperienze su misura e dimostrando un autentico impegno nella protezione della privacy

La sfida della disinformazione

Un tema cruciale emerso da diversi report è la crescente minaccia della disinformazione. Secondo Gartner, la “Disinformation Security” sarà uno dei principali trend del 2025: le aziende dovranno dotarsi di sistemi capaci di contrastare l’uso improprio dell’IA per diffondere informazioni false, un fenomeno che può danneggiare reputazione e operatività. Questo rischio non si limita al mondo aziendale ma si estende anche alla ricerca scientifica. La rivista Nature ha recentemente evidenziato l’aumento di immagini scientifiche false generate dall’IA – come tumori o colture cellulari – che mettono a rischio l’integrità della ricerca. Per fronteggiare questa minaccia, sono in sviluppo strumenti basati sull’IA per rilevare contenuti generati artificialmente, ma da soli non sono sufficienti. Come sottolinea Steven Tiell, Global Head of AI Governance Advisory di SAS, l’IA sta cambiando radicalmente il modo in cui interagiamo con le informazioni, aumentando i rischi di manipolazione. In questo contesto, è fondamentale che i leader aziendali assumano un ruolo attivo nel promuovere l’uso etico dell’IA. Definire principi chiari, politiche rigorose e standard di governance sarà essenziale per salvaguardare non solo il business, ma anche il dibattito pubblico e le norme culturali.

 

Di Arianna Meroni

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