Tirocini curriculari: cosa sono e come funzionano
I tirocini sono una risorsa importante per la formazione dei futuri talenti. Ecco una guida base su cosa sono i tirocini curriculari, quali sono le normative che li regolano e qual è la retribuzione prevista
I tirocini curriculari sono un’importante opportunità di formazione per studentesse e studenti universitari e di istituti tecnici superiori (i cosiddetti ITS) in Italia.
Sono infatti percorsi che permettono di applicare le competenze acquisite in aula all’interno di un contesto lavorativo, creando così un ponte tra il mondo accademico e quello professionale. Quali sono allora le normative che li regolano e, più in generale, come funziona un tirocinio?
Cos’è un tirocinio curriculare?
Partiamo dalle basi: un tirocinio curriculare è un’esperienza formativa prevista dal piano di studi di un corso universitario o di un ITS, e può essere obbligatoria o facoltativa, a seconda del percorso di studi scelto. Questo tipo di tirocinio ha l’obiettivo di far acquisire a chi studia competenze pratiche e professionali, collegate al proprio ambito di studio, in un contesto lavorativo reale. A differenza di un impiego, però, il tirocinio curriculare non è considerato un vero e proprio rapporto di lavoro, ma un’esperienza formativa che completa il percorso di studi.
Studentesse e studenti possono svolgere il tirocinio curriculare presso aziende, enti pubblici, studi professionali o altre organizzazioni che abbiano stipulato apposite convenzioni con l’università o con l’ente formativo di riferimento. Il tirocinio viene poi valutato in crediti formativi (CFU) ed è obbligatorio per il conseguimento della laurea in molti corsi di laurea, soprattutto nelle facoltà tecnico-scientifiche, economiche e giuridiche.
Che differenza c’è tra tirocinio curriculare ed extracurriculare?
La distinzione principale tra tirocinio curriculare ed extracurriculare risiede nella loro finalità e nella regolamentazione. Il tirocinio curriculare è parte integrante del percorso di studi e serve ad arricchire la formazione teorica con un’esperienza pratica, finalizzata all’acquisizione di competenze professionali specifiche.
Il tirocinio extracurriculare, invece, si svolge dopo la fine degli studi e ha l’obiettivo di agevolare l’inserimento lavorativo dei neolaureati o di chi ha completato la formazione accademica. Un altro aspetto distintivo riguarda la durata.
i tirocini extracurriculari sono generalmente più lunghi (durano generalmente 6-12 mesi o più, a seconda della regione), mentre quelli curriculari hanno una durata che dipende dal piano di studi, ma solitamente si limitano a pochi mesi.
Dal punto di vista normativo, i tirocini extracurriculari sono soggetti a regolamenti regionali e devono prevedere una retribuzione minima, come stabilito dalle linee guida nazionali, che cambia di regione in regione. Per i tirocini curriculari, invece, la normativa è meno stringente, soprattutto in termini di retribuzione.
Quanto viene pagato un tirocinio curriculare?
Una delle questioni più dibattute, soprattutto da parte degli stessi tirocinanti, riguarda la retribuzione dei tirocini curriculari. Non esiste purtroppo una norma nazionale che imponga una retribuzione obbligatoria per i tirocini curriculari, a differenza come abbiamo visto di quanto previsto per i tirocini extracurriculari. Tuttavia, negli ultimi anni, diverse università e aziende hanno iniziato a prevedere una forma di compenso, specialmente nei tirocini di durata superiore ai tre mesi o in settori particolarmente esigenti in termini di impegno e competenze richieste.
In alcuni casi, le aziende offrono ai tirocinanti rimborsi spese o buoni pasto, mentre altre realtà più strutturate (soprattutto grandi aziende o multinazionali) riconoscono una vera e propria indennità mensile, che può variare tra i 300 e i 600 euro. Tuttavia, la retribuzione di un tirocinio curriculare rimane largamente discrezionale e non sempre è prevista, soprattutto in aziende medio-piccole.
Chi può attivare un tirocinio curriculare?
Per attivare un tirocinio curriculare è necessario che ci sia un accordo tra l’ente promotore (solitamente un’università o un ITS) e l’ente ospitante (azienda, ente pubblico o altro soggetto). Gli enti promotori sono responsabili della supervisione della parte formativa del tirocinio, mentre l’ente ospitante garantisce un tutor aziendale che segue il tirocinante durante l’esperienza lavorativa.
Secondo le linee guida nazionali e regionali, i tirocini curriculari possono essere attivati da:
- università e istituti tecnici superiori (ITS): gli istituti approvano il progetto formativo e monitorano l’andamento del tirocinio. Al termine, la o il tirocinante acquisisce crediti formativi;
- enti pubblici e privati: le aziende, gli enti pubblici, gli studi professionali e le organizzazioni non profit possono ospitare tirocinanti, purché abbiano un tutor dedicato e stipulino una convenzione con l’ente promotore;
- aziende di ogni dimensione: non ci sono particolari limitazioni per quanto riguarda la grandezza delle aziende ospitanti, ma ci sono vincoli sul numero massimo di tirocinanti curriculari che ogni azienda può ospitare contemporaneamente. Questo numero è stabilito dalle normative regionali e varia a seconda delle dimensioni dell’azienda.
Tirocini curriculari: normativa e regolamentazione
Il quadro normativo che regola i tirocini curriculari è meno rigido rispetto a quello dei tirocini extracurriculari, che devono rispettare le normative regionali e nazionali e prevedere una retribuzione minima obbligatoria. In ogni caso, anche per i tirocini curriculari esistono linee guida stabilite dal ministero dell’Istruzione e dalle singole università.
La normativa sui tirocini curriculari prevede che la studentessa o lo studente venga assicurato contro gli infortuni e che il progetto formativo sia attentamente monitorato dall’ente promotore. Questo garantisce che il tirocinio sia effettivamente un’opportunità di crescita professionale e non solo una fonte di lavoro gratuito per l’azienda ospitante.
Alcune università italiane, come la Luiss, hanno poi sviluppato linee guida dettagliate per garantire la qualità dei tirocini, stabilendo convenzioni con una rete di aziende e garantendo il monitoraggio costante dei tirocini curriculari.