Fondo nuove competenze 2024, le novità in attesa della terza edizione

In attesa del Fondo Nuove Competenze 2024, sono già diverse le novità annunciate rispetto alle edizioni precedenti, come diverse modalità di accesso collettive e tempistiche di gestione più lunghe

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È previsto a breve – ma le tempistiche sono ancora incerte – l’arrivo del decreto attuativo del Fondo Nuove Competenze 2024. Si tratta della terza edizione dell’agevolazione introdotta dall’articolo 88 del Decreto Rilancio destinata alla formazione dei dipendenti aziendali, con l’obiettivo di offrire l’opportunità di acquisire nuove o più specifiche competenze in linea con i cambiamenti del mercato del lavoro.

Come funziona il Fondo nuove competenze 2024, terza edizione 

Anche se i contenuti specifici del decreto si sapranno solo al momento della pubblicazione, il Ministero del Lavoro e della Politiche Sociali si è già pronunciato su alcuni aspetti che verosimilmente si discosteranno, in questa terza edizione, da quelli precedenti, come ha spiegato Massimiliano Cantafia, Area Promozione e Sviluppo presso FonARCom, in occasione del Salone della Formazione 2024.

Il Fondo è nato infatti nel 2020 principalmente per contrastare le restrizioni causate dalla pandemia da Covid-19 che hanno coinvolto tutte le attività economiche, causando come è noto ingenti danni all’economia e al mercato del lavoro.  Una seconda edizione è stata emanata, come la prima, da Anpal (ex Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro) nel 2022.   

Da ricordare è che la “trafila” per l’operatività del fondo prevede comunque diversi passaggi e che la presentazione del decreto non sarà che il primo. Bisognerà infatti aspettare un riscontro da parte dei fondi interprofessionali  – in Italia ne esistono 18 – che dovranno dichiarare pubblicamente la loro adesione prima di vedere pubblicato l’avviso del Ministero del Lavoro.

Il Fondo Nuove Competenze 2024 è aperto a tutte le imprese italiane, indipendentemente dal settore di appartenenza o dalla loro dimensione. Per la seconda edizione le aziende hanno potuto accedere ai finanziamenti se avevano sottoscritto un accordo collettivo che prevede una riduzione temporanea dell’orario di lavoro a favore della formazione. Il piano di formazione deve mirare a sviluppare competenze strategiche utili per la crescita dell’azienda, in collaborazione con enti di formazione qualificati e accreditati.

Cosa cambia con la terza edizione

La terza edizione del Fondo Nuove Competenze introduce diverse novità importanti. Oltre a un’estensione dei tempi di gestione, ci saranno nuove modalità di accesso – si passerà sempre più attraverso i fondi interprofessionali – e qualche cambiamento per quanto riguarda le aliquote, mentre le due aree principali di competenza per la formazione rimarranno la sostenibilità, soprattutto ambientale, e la digitalizzazione.

Modalità di accesso al fondo nuove competenze

La versione precedente del Fondo Nuove Competenze era strutturata in modo che ogni singola impresa potesse presentare una domanda individuale, riferita esclusivamente alla propria realtà aziendale. L’importo del finanziamento che poteva essere richiesto era strettamente legato a diversi fattori, come il numero di dipendenti e il volume delle ore formative previste. In base a questi parametri, le aziende potevano richiedere fino a un massimo di 10 milioni di euro, proporzionati alla dimensione e alla quantità di formazione pianificata. 

Per quanto riguarda la terza edizione, la novità principale riguarda – per risorse complessive che si potrebbero aggirare attorno ai 750 milioni di euro – l’introduzione di nuove modalità di accesso ai fondi. Oltre alle istanze individuali, che continueranno a essere presentabili dalle singole aziende, sarà introdotta una quota dedicata alle istanze collettive, chiamate “sistemi formativi”. Questi sistemi dovranno necessariamente avere come capofila una grande azienda, una “corporate”, che coinvolgerà non solo le imprese collegate ma anche aziende della propria filiera di fornitura.

Questa modalità potrebbe presentare alcune sfide, specialmente quando si tratta di aziende posizionate su fondi interprofessionali differenti che dovranno trovare un modo di collaborare efficacemente. 

La seconda forma di aggregazione sarà quella delle filiere formative, che non richiederanno necessariamente la presenza di una grande azienda capofila, ma piuttosto un’aggregazione di molte imprese che necessitano del contributo. Queste nuove formule rappresentano un cambiamento significativo e richiederanno uno studio approfondito per comprendere i requisiti tecnici necessari per crearle e la loro effettiva capacità di integrazione.

Le aliquote di contributo

Oltre all’estensione dei tempi di gestione da 4 a 12 mesi, nella terza edizione cambia qualcosa anche per quanto riguarda le aliquote di contributo. È infatti previsto che si mantenga, come nella seconda, un riconoscimento del 100% del costo contributivo e del 60% della quota retributiva, ma con una novità importante: quando la formazione è rivolta a neoassunti, l’aliquota retributiva potrebbe infatti essere aumentata per incentivare l’inserimento di nuovi lavoratori.

L’intenzione dichiarata dal Governo con questo fondo è infatti duplice: da un lato, aggiornare e migliorare le competenze già presenti nelle aziende, dall’altro, promuovere politiche attive del lavoro, incentivando l’assunzione e la formazione di nuovi dipendenti

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