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Stock option e azionariato diffuso: regole fiscali e contributive

Le stock option e i piani di azionariato diffuso offrono vantaggi significativi sia alle aziende che ai dipendenti. Tuttavia, per evitare criticità e massimizzare i benefici, è essenziale conoscere a fondo le normative fiscali e contributive che li regolano

Monica Melani

Le stock option e i piani di azionariato diffuso possono diventare strumenti strategici per incentivare i dipendenti e generare vantaggi anche per l’azienda. Affinché tali benefici si concretizzino, è fondamentale una gestione attenta e il rigoroso rispetto degli aspetti fiscali e contributivi, così da prevenire potenziali criticità e massimizzare i risultati.

Ma quali sono le normative da considerare e quali implicazioni riguardano la natura e la trasferibilità delle azioni? Capiamo meglio cosa sono e quali sono le regole per l’imponibilità fiscale e contributiva delle stock option e dei piani di azionariato diffuso

Cosa sono stock option e piano di azionariato

Le stock option danno al dipendente il diritto di acquistare azioni della società a un prezzo prestabilito, inferiore al valore di mercato, dopo un periodo definito. Questa operazione permette di trarre un vantaggio economico in caso di aumento del valore delle azioni nel tempo.

Il piano di azionariato diffuso, invece, si basa sulla distribuzione di azioni o quote aziendali a dipendenti o categorie di dipendenti a condizioni favorevoli. Questo tipo di piano ha lo scopo di promuovere una partecipazione diretta dei dipendenti alla proprietà aziendale, incentivando il loro coinvolgimento nella crescita della società. 

Tipologia di azioni e trasferibilità

È importante soffermarsi sulla natura delle azioni assegnate tramite stock option o piani di azionariato diffuso. In linea di principio, le azioni assegnate fanno parte del capitale sociale dell’azienda e rappresentano quote di proprietà della stessa.

Tuttavia, l’azienda può prevedere specifiche restrizioni sulla trasferibilità delle azioni. Tali limitazioni possono includere diverse opzioni.

Vincoli temporali

Spesso l’azienda impone un periodo minimo di possesso delle azioni prima che queste possano essere vendute. Per il piano di azionariato diffuso, ad esempio, l’articolo 51, comma 2, lettera g) del TUIR prevede che, per godere dell’esenzione fiscale, le azioni debbano essere detenute per almeno tre anni. La vendita anticipata comporta la decadenza dei benefici fiscali. 

Vincoli contrattuali

Alcuni piani potrebbero prevedere limitazioni sulla cessione delle azioni a soggetti terzi o condizioni di prelazione per l’azienda. In ogni caso, l’assegnazione delle azioni e le relative regole di trasferibilità devono essere chiaramente definite nel regolamento del piano e accettate dal dipendente al momento dell’adesione. 

Imponibilità fiscale e contributiva delle stock option

La Circolare INPS n. 11 del 2001 e la successiva Circolare INPS n. 123 del 2009 forniscono chiarimenti sull’imponibilità contributiva delle stock option. In particolare, l’imponibilità contributiva scatta al momento dell’esercizio dell’opzione, ossia quando il dipendente acquista le azioni al prezzo prestabilito. Il valore imponibile è dato dalla differenza tra il prezzo di esercizio dell’opzione e il valore di mercato delle azioni al momento dell’acquisto. 

Questo importo costituisce reddito da lavoro dipendente e viene quindi assoggettato a contribuzione previdenziale. 

Dal punto di vista fiscale, invece, la tassazione si applica all’eventuale plusvalenza al momento della successiva vendita delle azioni, trattata come reddito di capitale. La tassazione sulle plusvalenze varia in base alle aliquote previste dalla normativa vigente.

Imponibilità fiscale e contributiva del piano di azionariato diffuso

Il piano di azionariato diffuso trova la sua disciplina fiscale principale nell’articolo 51, comma 2, lettera g) del TUIR, il quale prevede che l’assegnazione di azioni non concorra a formare reddito da lavoro dipendente se vengono rispettate alcune condizioni.

Queste sono:

  • le azioni devono essere assegnate a tutti i dipendenti o a categorie omogenee di essi
  • il valore delle azioni assegnate non deve superare i 2.065,83 euro all’anno
  • le azioni devono essere mantenute per almeno tre anni per poter beneficiare dell’esenzione fiscale. In caso contrario, l’assegnazione sarà soggetta a tassazione come reddito da lavoro dipendente al momento della cessione anticipata.

 I vantaggi per azienda e  dipendenti

Questi strumenti consentono ai dipendenti di partecipare alla crescita aziendale, ottenendo benefici economici potenzialmente significativi e sono resi particolarmente attrattivi dalla possibilità di beneficiare di agevolazioni fiscali e contributive. 

Lato azienda, offrire tali piani rappresenta un potente strumento di incentivazione e fidelizzazione dei dipendenti, rafforzando il loro legame con l’impresa e favorendo una maggiore motivazione e produttività.

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