Innovativo, personalizzato, aperto al mondo. Ecco come sta cambiando l’apprendimento in azienda
Le aziende moderne sono organizzazioni iper-complesse. Adattarsi a questa complessità, tenendo il passo con processi sempre più tecnologici e digitali, non è semplice e richiede un aggiornamento continuo di competenze e comportamenti. La formazione sta assumendo una nuova centralità nella visione delle persone, non solo per migliorarsi da un punto di vista tecnico, ma soprattutto per confrontarsi con altre persone, scoprire modi diversi di interpretare la realtà e accrescere le proprie abilità a livello lavorativo e relazionale.
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Questa trasformazione, già in atto, richiede nuovi paradigmi per progettare architetture formative adeguate alle necessità del manager di oggi, sia come individuo sia come parte di un team e di un’organizzazione. Le nuove tecnologie potrebbero rivelarsi, in questo senso, delle preziose alleate consentendo a quanti si occupano di formazione di comprendere meglio quali siano le esigenze di chi si forma e quale la percezione dei propri bisogni di apprendimento. Sta già cambiando, infatti, anche il valore che le persone attribuiscono alla formazione: sempre più manager sono diventati consapevoli del proprio fabbisogno formativo e dell’esigenza di aggiornarsi e formarsi continuamente.
L’apprendimento, insomma, è destinato a cambiare rapidamente già nei prossimi anni. Alcune direttrici di questo cambiamento, già avviato nel mondo della formazione, si possono individuare sin da ora.
Innovazione nel contenuto e nel metodo
Le persone sono alla ricerca di stimoli nuovi. Sebbene alcune tematiche restino sempre centrali nella formazione aziendale, si stanno facendo spazio argomenti spesso ancora inediti, focalizzati sulle relazioni interpersonali, la gestione dei rapporti sociali, la comprensione dell’altro. Al contempo, si sta delineando un chiaro orientamento a favore di un approccio metodologico sempre più integrato: un mix di strumenti tra virtual learning, on demand e formazione in presenza. La difficoltà sarà proprio nel cercare di realizzare questo mix in maniera taylor-made, come risposta specifica per ciascuna esigenza formativa.
La scelta dell’auto-formazione
La formazione è diventata una scelta personale, finalizzata allo sviluppo del proprio potenziale, e irrinunciabile, perché considerata ormai una dimensione fisiologica dei contesti organizzativi. Nella corsa continua all’innovazione, l’aggiornamento professionale rappresenta per molti manager l’unico appiglio sicuro per gestire il cambiamento e ha portato a una riscoperta delle occasioni di formazione sul posto di lavoro. Manager e lavoratori vogliono scegliere non solo tempi e modalità di fruizione dei corsi, ma anche contenuti più in linea con le proprie esigenze.
Micro-contenuti e linguaggi semplici
Il primo obiettivo di chi sceglie la formazione è colmare il divario tra le competenze attuali e quelle richieste dalla rapida evoluzione del mondo professionale e tecnologico. La formazione dovrà essere per questo sempre più “micro”: ora che non esiste più un tempo definito per il lavoro, siamo raggiungibili ovunque e possiamo anche fare formazione in qualunque momento e in qualunque situazione. Allo stesso modo, il linguaggio deve cercare di coinvolgere di più le persone, diventando più inclusivo e più vicino al comune sentire. Deve essere semplice, immediato e adeguato rispetto al contesto sociale di riferimento.
Immaginare nuovi scenari a 360 gradi
I nuovi paradigmi formativi si stanno allontanando dai tradizionali modelli incentrati solo sull’acquisizione di competenze tecniche per promuovere un apprendimento più esperienziale e aperto a ciò che accade al di fuori dell’azienda. È infatti dalla cultura che nascono nuove skill: la formazione più ricercata oggi è quella capace di andare oltre i singoli temi e di connotarsi non come semplice “saper fare”, ma sempre più come “saper essere”. Una nuova modalità di formazione che si fa cultura e che proprio per questo desta interesse e curiosità, aiutando le persone a sviluppare il concetto di persistenza nell’apprendimento. Anche perché, più si comprende di averne bisogno, maggiore diventa il coinvolgimento nell’attività formativa.