Le novità della riforma sul lavoro sportivo

Dai profili contrattuali alle tasse, dalla sicurezza agli aspetti previdenziali, la nuova norma sul lavoro sportivo regola diversi aspetti, come spiegano le informazioni diffuse dal ministero del Lavoro

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Il Ministero del Lavoro ha diffuso dettagli riguardanti la riforma del lavoro sportivo per accompagnare l’applicazione delle nuove norme alla luce del correttivo al decreto legislativo n. 36/2021.

Le principali novità della riforma, così come spiega il documento sui punti cardine delle nuove norme, riguardano in particolare coloro che operano con società dilettantistiche.  

La necessità di definire meglio la posizione degli operatori del settore, specialmente nel contesto dilettantistico, è emersa dopo l’esperienza della pandemia da Covid-19, quando come è noto strutture sportive, come piscine e palestre, sono state tra le prime a dover chiudere e tra le ultime a poter riaprire a causa delle restrizioni imposte per contenere il virus.

Molti lavoratori si sono trovati privi di stipendio e, a causa dell’assenza di una definizione precisa del loro status lavorativo, anche privi di protezioni. Questo ha evidenziato una situazione critica e ha portato associazioni e lavoratori del settore a sollevare l’attenzione sull’argomento, ottenendo infine una riforma completa.

Cosa cambia nel lavoro sportivo

La revisione della disciplina dei rapporti di lavoro in ambito sportivo raggruppa in un quadro unitario le regole applicabili, in modo organico e sistematico. Ecco i punti chiave:

  • la definizione del lavoratore sportivo come categoria distinta
  • norme specifiche per il lavoro dipendente nel settore sportivo
  • una distinzione più chiara tra lavoratori delle società professionistiche e dilettantistiche
  • nuove disposizioni per i contributi pensionistici e gli infortuni
  • un nuovo sistema fiscale agevolato.

Ora il lavoratore può essere classificato come dipendente, con alcune eccezioni rispetto alle regole generali, oppure come autonomo. Le società dilettantistiche avranno la possibilità di stipulare contratti di collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co).

Per quanto riguarda gli infortuni sul lavoro, l’Inail coprirà solo coloro che hanno un contratto dipendente, compresi i giovani atleti che beneficeranno del nuovo contratto di apprendistato sportivo. Per coloro invece che hanno un co.co.co., continueranno a valere le regole generali per la copertura assicurativa.

Le imposte saranno agevolate, soprattutto per le società sportive dilettantistiche. Queste nuove disposizioni non si applicano solo ai lavoratori sportivi, ma anche a coloro che svolgono attività di gestione o amministrazione per Federazioni sportive nazionali, Discipline sportive associate e Enti di promozione sportiva, riconosciuti dal CONI o dal CIP.

Le nuove norme precisano anche chi non è considerato lavoratore sportivo, nonostante operi nell’ambito delle società dilettantistiche e professionistiche. Tra questi non rientrano i volontari, la cui posizione viene definita chiaramente per evitare problemi simili a quelli riscontrati durante la pandemia. Allo stesso modo, non sono considerati lavoratori sportivi coloro che, pur collaborando con società sportive, sono iscritti ad albi od ordini esterni.

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