Lavoro nello spettacolo: dove puntano i riflettori?
In occasione della Giornata internazionale dei lavoratori, un focus sul mondo del lavoro nello spettacolo. Andiamo dietro alle quinte di un settore fatto di molte peculiarità e di temi attualissimi, dall’innovazione tecnologica al rinnovo dei contratti
Sipario alzato sul mondo del lavoro nello spettacolo, dove dietro le quinte si cela un universo di lavoratori e realtà imprenditoriali, oggi chiamati ad affrontare complessi temi contemporanei, comuni alla maggior parte delle realtà. Innovazione, sicurezza, equità e inclusione sono solo alcune delle sfide con cui questo settore deve confrontarsi, dopo aver dimostrato di essere stato in grado di lasciarsi alle spalle gli anni durissimi della pandemia.
Le persone sono tornate in massa nei cinema, nei teatri e a frequentare spettacoli dal vivo, e a dirlo sono in primis i dati, come quelli del Rapporto SIAE Spettacolo, Intrattenimento e Sport secondo il quale nel 2022 si sono svolti oltre 3 milioni di eventi (+80% sul 2021) e spesi 3 miliardi di euro (+187%) con 205 milioni spettatori (+150%).
Ma quello dello spettacolo è anche un mondo del lavoro variegato, che chiede più regolamentazione dal punto di vista di normative e contratti. È con Domenico Barbuto, segretario generale di Agis – associazione generale italiana dello spettacolo, che rappresenta trasversalmente il settore – che ci addentriamo nelle questioni cruciali del lavoro nello spettacolo.
Innovazione come imperativo
“È un fatto innegabile che le persone sono tornate a teatro, confermando come il desiderio di socialità, incontro e scambio di opinioni continui a essere alimentato da momenti di condivisione imprescindibili come gli spettacoli dal vivo” afferma Barbuto.
“Dopo gli anni della pandemia, siamo riusciti a riaffermare che gli spettacoli sono indispensabili, ma di quel periodo così drammatico serve cogliere anche un altro aspetto positivo, ossia che ci ha imposto un ripensamento diventato ormai irrimandabile. Abbiamo compreso come sia fondamentale costruire nuove professioni e nuove forme di accompagnamento allo spettacolo dal vivo. Ad esempio, se è vero che l’operazione streaming non ha funzionato perché non rispecchia di fatto la natura stessa di uno evento live, abbiamo al contempo compreso le potenzialità del digitale per avvicinare un nuovo pubblico attraverso la promozione e la comunicazione” spiega.
Verso un contratto di filiera
Questo imperativo innovativo si riflette anche nei meccanismi regolatori del lavoro. Il mondo dello spettacolo si trova di fronte a una nuova fase di sviluppo e adattamento, e se l’innovazione è cruciale per rispondere alle esigenze del pubblico e garantire la sostenibilità del settore, nuovi modelli contrattuali devono favorire una maggiore equità per i lavoratori.
Sottolinea Barbuto: “Con il coinvolgimento delle associazioni Agis- Federvivo e degli organismi sindacali si sta considerando la necessità di rinnovare i contratti con nuovi paradigmi, portando avanti l’idea di un contratto di filiera. Attualmente, abbiamo due tipologie di contratti: quello di scrittura e quello dei dipendenti, che interessano principalmente il settore della prosa. Pur volendo mantenere la differenza tra lavoratore dipendente e “stagionale”, si dovrà fare in modo che questi contratti includano tutti i settori dell’ampio panorama dello spettacolo, quindi prosa, musica, danza, circo, e così via, con l’obiettivo di regolare i rapporti di lavoro con strumenti al passo coi tempi”.
In attesa del Codice dello Spettacolo
Si aspetta anche l’approvazione del Codice dello Spettacolo 2024, che promesso da anni – l’iter è iniziato nel 2017 – rappresenta un’opportunità importante per i settori dello spettacolo che auspicano un riordino legislativo.
“A oggi – commenta Barbuto – il settore è regolato in maniera discontinua da alcune norme primarie che riguardano per esempio la musica e la danza, ma non la prosa, e in generale esistono solo leggi spot e scoordinate tra loro. Il codice avrà in primis il compito di razionalizzare e semplificare l’aspetto legislativo, dopodiché dovrà anch’esso essere portatore di innovazione”.
L’attesa è ora per l’emanazione del decreto legislativo da parte del governo. “I principi che ci sono stati rappresentati, in attesa di leggere il testo”, continua Barbuto, “sembrano andare nella giusta direzione. Ad esempio, si attendono nuovi meccanismi di finanziamento legati al fondo unico per lo spettacolo e l’introduzione di strumenti come forme di credito d’imposta, che già funzionano efficacemente nel settore cinematografico. Inoltre, si discute di migliorare l’art bonus, che attualmente consente un credito d’imposta del 65% dell’importo donato a chi effettua erogazioni liberali a sostegno della cultura”.
Alcune implementazioni sono auspicate anche per quanto riguarda l’indennità di discontinuità. “Sinora le misure adottate non hanno mostrato la giusta efficacia, confidiamo quindi che anche questo aspetto venga rivisto” sottolinea Barbuto.
L’urgenza sulla sicurezza e sulle molestie nel posto di lavoro
Anche il tema della sicurezza, spesso considerato troppo poco, è all’ordine del giorno. “Sull’aspetto della sicurezza, come Agis stiamo elaborando, insieme alle organizzazioni sindacali, un protocollo destinato a diventare un punto di riferimento per tutte le imprese associate” dice Barbuto.
Parallelamente, c’è il tema delle molestie sul luogo di lavoro, sul quale Agis sta lavorando con l’associazione Amleta, con l’obiettivo di aggiornare il codice etico. “Puntiamo a un codice etico più rigoroso per sottolineare la nostra ferma posizione di tolleranza zero verso ogni forma di molestia” sottolinea Barbuto.
Intelligenza Artificiali: quali tutele?
E anche nell’ambito dello spettacolo, è imprescindibile considerare il cambiamento portato e promesso dall’Intelligenza Artificiale. Una prospettiva che oltreoceano è stata già evidenziata dal lungo sciopero degli attori di Hollywood nel 2023, che durò 150 giorni e mise in luce la questione delle tutele dall’AI.
“Il tavolo delle imprese culturali e creative, presieduto dalla sottosegretaria Lucia Borgonzoni, sta lavorando anche su questo tema”, spiega Barbuto. “Come ogni fenomeno innovativo, l’AI richiede un’analisi attenta delle sue potenzialità. È fondamentale avere consapevolezza che un approccio di chiusura non porterebbe lontano. Tuttavia, è essenziale anche valutarne le implicazioni in termini di tutela dei diritti d’autore e non solo, e regolamentarne il processo dal punto di vista normativo” conclude Barbuto.