Il caso Zucchetti: formazione e flessibilità per aumentare creatività e benessere
In un momento storico caratterizzato da un forte ricambio generazionale, skill shortage e fenomeni come great resignation e quite quitting, la people strategy diventa fondamentale per un’azienda che voglia rimanere sul mercato in maniera competitiva. Abbiamo intervistato Cristina Zucchetti, dal 2008 Presidente Zucchetti Group e Responsabile HR della famosa azienda omonima.
Ci può inquadrare la realtà di Zucchetti a livello di numero di dipendenti e tipologia?
Zucchetti fornisce software, hardware e servizi per aziende. È stata fondata nel 1978 da Mino Zucchetti, mio padre, che era un commercialista. E la sua idea vincente è stata quella di vendere, ad altri studi professionali, il software che aveva creato: Zucchetti oggi ha più di 9 mila dipendenti, oltre 2 mila dei quali si occupano di ricerca e sviluppo. La sede principale è a Lodi, ma abbiamo oltre 150 altre sedi in tutta Italia e sono oltre 1.700 le soluzioni, on premise e in cloud, per aziende di diversi settori e dimensioni e per i professionisti: gestionali, suite HR, safety & security, welfare, CRM, digital marketing, soluzioni specifiche per hospitality, fashion, manufacturing, sostenibilità e così via, per non fare che qualche esempio.
Ci può raccontare gli elementi caratterizzanti la vostra people strategy?
I nostri dipendenti sono il nostro valore principale: siamo convinti che la creatività e le competenze siano fondamentali, ma per creare serve un ambiente di lavoro sereno e un buon equilibrio tra la vita privata e quella professionale.
Il purpose che perseguiamo è: ‘Noi innoviamo per migliorare la tua vita’ e, spinti da tale proponimento, dal 2017 abbiamo avviato la People Care, una serie di iniziative per le nostre persone per aumentare il loro benessere: corsi per la genitorialità, sia per madri sia per padri, sportelli sia psicologici sia con altri professionisti medici, diverse tipologie di sostegno come borse di studio e campus per i figli dei dipendenti, percorsi formativi gratuiti orientati a formare le figure più cercate e anche più difficili da reperire sul mercato.
In un momento storico connotato dalla mancanza di personale, cosa fate per attirare i talenti?
Siamo vicini alle giovani generazioni con diversi servizi di orientamento: per esempio distribuiamo contenuti di rilievo alle scuole – collaboriamo con i docenti mediante una piattaforma che si chiama Civicamente –; organizziamo stage per donne e uomini: non dimentichiamo che le donne sono meno del 20% degli studenti. Abbiamo aderito al progetto Mentorship, promosso dalla Provincia di Lodi e mutuato da quello della Provincia di Milano, nell’ambito del quale i collaboratori Zucchetti raccontano la loro esperienza in maniera ispirazionale, soprattutto le donne, per far capire alle nuove generazioni che non devono mettersi da parte ma, al contrario, mettersi in gioco e valorizzare le proprie propensioni. Puntiamo molto sull’equità e sull’inclusione, diventando quindi più attrattivi: in questo già mio padre, agli albori, aveva precorso i tempi, scegliendo due donne per due ruoli dirigenziali apicali.
Proponiamo un modello di lavoro ibrido, che alterna lavoro da casa e lavoro in sede, elemento importante soprattutto per i giovani: oltre il 95% dei nostri dipendenti ha firmato infatti un accordo di smart working. Puntiamo sulla responsabilizzazione e la partecipazione, non sul controllo: la timbratura, per esempio, è solo giornaliera e serve esclusivamente per convalidare la giornata di lavoro.
E per trattenerli in azienda?
Per trattenere i talenti cerchiamo innanzitutto di diffondere tra i collaboratori la filosofia aziendale: già mio padre aveva creato un “centalogo” che noi aggiorniamo costantemente, dove si ribadisce la volontà di puntare alla qualità, facendo prevalere l’idea migliore e non la linea gerarchica.
Abbiamo poi una serie di programmi di formazione: ogni anno una decina di talenti viene selezionata e partecipa a un percorso chiamato Talent Journey per ampliare le proprie competenze e crescere. In Zucchetti è il merito a essere premiato.
Prevedete percorsi di formazione specifici per i nuovi arrivati ma anche per consentire ai dipendenti di acquisire nuove skill?
Dal 2009 abbiamo un’Academy interna con un programma di formazione continua per accrescere sia il know-how tecnico delle nostre persone sia le loro soft skill. Si tratta di una vera e propria scuola d’impresa che opera anche nella formazione di nuovi talenti, diplomati o laureati con stage retribuiti, che chiamiamo Vivai, composti da teoria e pratica.
Diversity & Inclusion sono sempre più concetti imprescindibili: che azioni mette in campo Zucchetti per garantire un ambiente di lavoro davvero inclusivo?
A ottobre 2023 abbiamo conseguito la Certificazione per la Parità di Genere secondo la prassi Uni/Pdr 125:2022, l’unico standard in Italia sulla gender equality, che definisce criteri rigorosi per valutare l’impegno delle organizzazioni a promuovere un cambiamento culturale a sostegno delle tematiche di diversità e inclusione. In Zucchetti il 42% dei dipendenti sono donne, 11 punti in più rispetto alla media del settore in Italia che appunto è del 31%.
Non solo. Realizziamo anche una serie di corsi su diversity & inclusion perché siamo fermamente convinti che dalle diversità nascano innovazione e creatività: diversità e confronto sono fondamentali per crescere.
Abbiamo poi creato l’iniziativa “Lodabili”, che prevede l’inserimento di ragazzi disabili, che compiono così in azienda un percorso lavorativo ma anche di socializzazione. Abbiamo anche aderito a un percorso di formazione e di inserimento lavorativo rivolto a ragazzi affetti da autismo, a tal proposito, abbiamo previsto anche dei corsi di formazione per capire come relazionarsi con loro.
Di pari passo con l’inclusione, anche il concetto di wellbeing è ormai cruciale: quali elementi avete attivato per favorire il benessere dei lavoratori?
Il benessere per noi è prioritario; Il vero lusso oggi è il tempo e quindi uno degli elementi che noi cerchiamo di non fare mai mancare è la flessibilità. Abbiamo previsto una serie di servizi e di policy a favore del benessere, per esempio lo smart working, appunto. Proponiamo anche corsi di lingue attraverso una piattaforma di e-learning, alla quale può accedere sia il collaboratore sia un suo familiare; abbiamo previsto una consulenza psicologica – ancora sia per il dipendente sia per un suo familiare – e da 10 anni aderiamo al progetto di Regione Lombardia denominato “Workplace Health Promotion”, una serie di iniziative sulle corrette prassi nutrizionali, la gestione dello stress, la promozione dell’attività fisica e così via. E last but not least abbiamo anche uno sportello medico dove chiedere un consulto o delle ricette on-line.
Anche la sostenibilità è per noi un valore importante: per questo abbiamo puntato alla razionalizzazione degli spazi e delle sedi creando uno strumento per prenotare le scrivanie, le sale riunioni e tutti gli spazi a disposizione: questo ci consente di risparmiare negli spostamenti, di razionalizzare i consumi energetici e dunque ridurre le emissioni. A Lodi stiamo costruendo una nuova sede usando materiali sostenibili, lo Zucchetti Village, che incarna un nuovo modello di lavoro. Inoltre avrà al suo interno ristorante, farmacia, una zona verde, un’area ricreativa, uno spazio per la fisioterapia, aule per la formazione, sale per gli eventi e spazi di lavoro più moderni. In altre città stiamo invece ottimizzando le sedi.