Processo del lavoro: aggiornamenti e novità introdotte con la riforma Cartabia e con la legge di Bilancio 2023

La Riforma Cartabia ha, tra l’altro, introdotto alcune importanti novità anche nel processo del lavoro, novità che sono state anticipate nell’entrata in vigore con la Legge di Bilancio 2023. Abbiamo fatto il punto della situazione sulle più importanti e recenti modifiche con l’Avvocato Sergio Alberto Codella, giuslavorista e Partner di Orsingher Ortu Avvocati Associati.

Sergio Alberto Codella

L’obiettivo della Riforma Cartabia è quello di abbreviare la durata dei processi soprattutto civili e penali e tale richiesta è pervenuta dall’Unione Europa ed è uno degli ambiti di intervento previsti dal PNRR. Da tale riforma è stato coinvolto anche il processo del lavoro, “ideato” nel 1973 ma che presenta ancora un buon livello di efficienza, tanto è vero che subirà qualche modifica, ma nessuna rivoluzione come è accaduto per quello civile.

«Una tra le più importanti novità riguarda, però, l’introduzione della negoziazione assistita in materia di lavoro – spiega l’Avvocato Sergio Alberto Codella, giuslavorista e Partner di Orsingher Ortu Avvocati Associati – che fino a oggi era preclusa. Il vantaggio della negoziazione assistita è quello per cui due avvocati possono direttamente assistere le parti per trovare una soluzione bonaria di una potenziale controversia e che, in caso di raggiungimento di una intesa quest’ultima avrà una efficacia giuridica pari a quella prevista per gli accordi sottoscritti in sede c.d. protetta – sindacale, giudiziale etc. – in forza dell’art. 2113 c.c. Cade quindi il tabù per cui gli avvocati non possono far sottoscrivere in materia di lavoro accordi immediatamente vincolanti senza la partecipazione di un organo “terzo” di garanzia. È però da precisare che la negoziazione rimane facoltativa».

Le novità in tema di rito sul licenziamento e sulla possibilità di svolgimento di udienze da remoto o per trattazione scritta
E se la negoziazione assistita è forse la novità più significativa, la Riforma Cartabia introduce altre modifiche degne di nota, prima fra tutte quella relativa ai procedimenti giurisdizionali aventi ad oggetto l’impugnativa dei licenziamenti: «La Riforma Cartabia abroga il cd. Rito Fornero che prevedeva un rito speciale caratterizzato dalla sommarietà e celerità per l’impugnativa di alcuni licenziamenti – prosegue Codella –; ora invece anche questa tipologia di processi rientra tra i procedimenti cd. ordinari ex articolo 414 del codice di procedura civile, ma con alcune peculiarità, tra le quali la possibilità, offerta al magistrato, di abbreviare fino alla metà alcuni termini processuali e la creazione di una “corsia preferenziale” per questo tipo di processi. In questo caso, quindi, la cognizione sarà piena, ma si è tentato di garantire quella tempestività processuale così importante in fattispecie delicate come quelle in materia di recessi datoriali».

Un’altra novità – la cui necessità è sorta durante la pandemia – è l’istituzionalizzazione della possibilità di tenere udienze mediante collegamento remoto o per il tramite di trattazione scritta: «Non per tutti i casi è però consentito – ammonisce Codella – queste modalità di svolgimento delle udienza, un’eccezione, ad esempio, sono quelle di escussione dei testimoni, in cui sarà sempre necessaria la “presenza”».

Infine, tra le altre modifiche apportate dalla riforma, merita un ultimo cenno quella relativa al processo d’appello nella materia del lavoro, che attualmente prevede per l’appellante la necessità, a pena di inammissibilità, di indicare, per ciascun motivo, il capo di sentenza impugnato, le censure relative alla ricostruzione dei fatti e la violazione della norma di legge: «La finalità è ancora una volta quella di creare un processo più snello e di consentire alla Corte di Appello adita di evidenziare più facilmente quale sia la questione su cui decidere» conclude Codella.

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