Welfare aziendale contro il carovita, cosa cambia per i fringe benefit nel 2023
Dai buoni carburante, alle auto aziendali, cosa cambia nel 2023 per i fringe benefit? In una Italia minata dal carovita, la soglia esentasse per i “beni in natura” torna a 258,23 euro (contro i 600 previsti nel 2022 dal Decreto Aiuti-Bis), cui si aggiungono i 200 euro erogabili per il carburante. Eppure, un ampio paniere welfare ha sempre più peso nella trattativa e nella scelta di un’azienda. Ne parliamo con Stefano Pinato, Head of Welfare Sales di Edenred Italia.
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Il welfare aziendale è diventato un elemento di primo piano nella gestione del personale (fin dalla fase iniziale di trattativa), ma le sue regole continuano a cambiare: possiamo fare un breve “riassunto” dei diversi decreti Aiuti degli ultimi tempi, fino a giungere alla situazione attuale?
«Il welfare aziendale si è sviluppato in modo dirompente negli ultimi anni – spiega Stefano Pinato, Head of Welfare Sales di Edenred Italia – ed è uno strumento di grande valore che riguarda il terreno dei bisogni sociali, dandovi risposte concrete attraverso un ampio paniere di beni, servizi e prestazioni che migliorano sensibilmente la conciliazione tra il lavoro e la vita privata, il benessere dei dipendenti e la produttività aziendale. I fringe benefit, di cui si è discusso molto negli ultimi due anni, sono uno strumento di welfare aziendale messo a disposizione dei lavoratori e consistono in buoni acquisto utilizzabili per spesa, carburante, shopping ed elettrodomestici.
Il Governo ha riconosciuto il forte valore del welfare, testimoniato dai diversi provvedimenti normativi: nel 2022 si sono susseguiti il Decreto Aiuti Bis che ha innalzato a 600 euro la soglia entro la quale i fringe benefit sono esenti da tassazione (per il 2022) e il Decreto Aiuti Quater che ha innalzato tale soglia a 3.000 euro, per il solo 2022.
Per il 2023, fino a ora è stato confermato il bonus benzina da 200 euro che le aziende possono erogare a ciascun dipendente, introdotto dal Decreto Ucraina nel 2022, e ribadito per il 2023 all’interno del Decreto sulla trasparenza dei prezzi dei carburanti.
Ci auguriamo che si stabilizzi il ruolo dei fringe benefit e che, più in generale, si valorizzino tutti gli strumenti di welfare per supportare in modo concreto le famiglie, promuovere il benessere delle persone e il giusto equilibrio tra vita privata e lavorativa».
Quali sono i fringe benefit che le aziende adottano più spesso? E quali invece i dipendenti sembrano gradire maggiormente?
«I fringe benefit supportano le categorie di spesa più comuni per le famiglie durante e dopo l’epoca Covid-19 e sono fondamentali per contrastare il carovita, assumendo così anche un valore sociale.
È importante come questo strumento sia stato – ed è tutt’ora – in grado di supportare le persone e le famiglie, rispondendo alle nuove diverse esigenze. La maggior parte dei buoni acquisto vengono utilizzati per la spesa alimentare, la formazione e didattica a distanza, il carburante, gli acquisti e la genitorialità. I fringe, se inseriti in un’ottica di welfare a 360 gradi, sono in grado di svolgere un ruolo sociale ancora più efficace».
Nella situazione storica attuale, caratterizzata da forti impennate dei prezzi praticamente in ogni ambito, che caratteristiche devono avere i benefit per essere davvero utili?
«Il mondo del lavoro è cambiato, così come le esigenze delle persone e, soprattutto, delle nuove generazioni. La componente salariale non è più il solo fattore che viene preso in considerazione nella scelta di una posizione lavorativa, oggi il benessere è sempre più importante: secondo l’Osservatorio Welfare di Edenred Italia, oltre il 53% degli intervistati giudica importante la presenza di un’offerta benefit come fattore in grado di influenzare la scelta di un’azienda nella ricerca di una professione. Il welfare si è dimostrato anche in grado di contrastare la fuoriuscita di persone di valore interne all’azienda, riducendo il turnover e svolgendo un ruolo attrattivo nei confronti dei giovani talenti, sempre più attenti alla qualità della loro vita.
Oggi le persone prestano sempre più attenzione alle nuove modalità di lavoro, come lo smart working, e preferiscono i benefit in grado di dare valore al tempo libero e alla sua organizzazione. Richiedono flessibilità, semplicità e intuizione di scelta e utilizzo, oltre a un’ampia rete di strutture convenzionate: caratteristiche che rappresentano gli strumenti welfare e guidano la continua evoluzione del welfare stesso».
Quale direzione dovrebbe prendere, secondo voi, il Governo in materia di welfare aziendale? Ovvero, qual è, per esempio, l’ordine di grandezza della non imponibilità che più aiuta aziende e lavoratori? Ci sono altre misure che si potrebbero integrare?
«Quanto contenuto nel Decreto Aiuti Quater in merito all’innalzamento della soglia esentasse relativamente ai fringe benefit va nella direzione di un ulteriore riconoscimento del valore dello strumento come supporto immediato ed effettivo contro il caro-vita. I fringe benefit contribuiscono in maniera efficace ad aumentare il potere d’acquisto dei lavoratori e a offrire un supporto economico per affrontare un ampio panorama di bisogni legati alla vita quotidiana. L’innalzamento – per il 2022 – a 3.000 euro della soglia dei fringe benefit è stato coerente con l’eccezionalità del momento, con la necessità di offrire un aiuto immediato alle famiglie alle prese con aumenti vertiginosi dei costi, soprattutto quelli legati all’energia.
Ci auguriamo che si stabilizzi a livello normativo il ruolo dei fringe benefit all’interno di un più ampio discorso riguardante il welfare aziendale a 360 gradi. Sarà fondamentale riuscire a superare la logica “emergenziale” che ha animato il provvedimento contenuto nel Decreto e valorizzare ulteriormente l’insieme degli strumenti del welfare aziendale così da permettere alle imprese di fare piani a medio-lungo termine» conclude Pinato.