Fondo Nuove Competenze: ammesse al finanziamento 7.500 aziende per oltre 330 mila lavoratori
In attesa dei decreti attuativi che apriranno l’accesso all’edizione 2022 del Fondo Nuove Competenze, con il decreto del Commissario Straordinario Anpal del 1° febbraio 2022 è stata riaperta l’istruttoria e la valutazione di tutte le istanze di accesso al Fondo presentate entro il 30 giugno 2021. Con il rifinanziamento, 7.513 nuove aziende potranno sostenere la formazione professionale di 333 mila lavoratori.
Il decreto del 1° febbraio 2022 prevede alcune modifiche ai termini per la presentazione delle integrazioni al Fondo Nuove Competenze – istituito dall’articolo 88 del decreto-legge n°34 del 2020 e che eroga contributi finanziari in favore di quei datori di lavoro che abbiano stipulato accordi collettivi di rimodulazione dell’orario di lavoro, per la partecipazione a percorsi di formazione dei lavoratori – per semplificarne la gestione.
Ai 730 milioni di euro – di cui 230 derivanti dal PON Spao, ovvero dal Programma Operativo Nazionale Sistemi di Politiche Attive per l’Occupazione finanziato dal Fondo Europeo – della prima sperimentazione, si sono aggiunti ancora un miliardo di euro lo scorso settembre grazie alla riprogrammazione del PON Spao e ulteriori 600 milioni, assegnati al Fondo da provvedimenti legislativi, per un totale di 2.330 miliardi di euro.
Nuovi fondi per nuove domande
Grazie al rifinanziamento del Fondo sarà possibile riprendere in esame le domande eccedenti, purché presentate entro il 30 giugno 2021, e che dovrebbero impegnare allo stato attuale circa 631 milioni di euro, lasciando dunque un residuo di fondi di circa un miliardo, che darà la possibilità di presentare nuove domande.
È atteso un nuovo decreto interministeriale che dovrà ridefinire i limiti degli oneri finanziabili, le caratteristiche dei datori di lavoro che potranno presentare istanza – sarà prestata particolare attenzione a coloro che operano nei settori maggiormente legati a transizione digitale ed ecologica – e quelle dei progetti formativi.
Rimane ferma la necessità dei datori di lavoro (privati) di aver stipulato accordi collettivi di rimodulazione dell’orario di lavoro “per mutate esigenze organizzative e produttive dell’impresa, ovvero per favorire percorsi di ricollocazione dei lavoratori”. Le ore in riduzione dell’orario di lavoro, infatti, dovranno essere destinate a percorsi di sviluppo delle competenze dei lavoratori, ovvero a specifici progetti formativi, da svolgersi sia internamente sia esternamente all’azienda, il cui costo – comprensivo di contributi previdenziali e assistenziali – sarà appunto rimborsato dal FNC.
Tutte le novità del decreto del 1° febbraio
Riguardano soprattutto le tempistiche delle diverse fasi dell’iter, le novità del nuovo decreto: nello specifico, per esempio, il periodo di sospensione delle istanze in attesa di istruttoria è di 90 giorni, decorsi i quali l’istanza è rigettata; per le istanze invece già ammesse in istruttoria e in fase di sospensione alla data di pubblicazione del decreto, i 90 giorni decorrono dalla data di pubblicazione. Per quanto riguarda la realizzazione dei percorsi di sviluppo delle competenze, è prevista una sola proroga, per un massimo di 180 giorni di calendario dalla data di approvazione della domanda. Infine, ci sono novità anche per quanto concerne la richiesta e la quantificazione del saldo: vengono infatti concessi 20 giorni in più – in aggiunta ai 40 già previsti – sia per i progetti ammessi a istruttoria o in fase di realizzazione sia per la presentazione delle richieste per le quali sia già spirato il periodo previsto di 40 giorni mentre verranno ammesse all’iter di valutazione anche le richieste di saldo già presentate ma pervenute oltre il termine di 40 giorni e riferite a progetti già conclusi alla data del nuovo decreto. Sono invece 30 i giorni di calendario entro i quali i datori di lavoro devono presentare eventuali integrazioni o chiarimenti alla richiesta di saldo.
Qualche dato
Le ore di formazione che verranno erogate grazie al FNC (prendendo in considerazione sia la tranche del 2021 sia quella del 2022) ammontano a 93.988.785, suddivise su 708.821 lavoratori appartenenti a 14.223 aziende.
Interessante anche la distribuzione territoriale delle aziende coinvolte (l’analisi ha preso in considerazione la sede legale e non la reale collocazione dei lavoratori): sia per il FNC 2021 sia per quello del 2022, a farla da padrone sono le aziende del Centro Italia (con, rispettivamente 3.083 e 3.651 realtà) mentre il Nord subisce una considerevole flessione a favore delle aziende con sede al Sud: 2.030 le realtà settentrionali nel 2021 contro le 1.958 del 2022; 1.597 quelle meridionali nel 2021, che diventano 1.896 nel 2022. Più marcato risulta invece il divario tra il numero di lavoratori, con i valori del Sud dimezzati rispetto a quelli dagli altri due territori per entrambe le annualità del FNC (nel solo 2022 i lavoratori coinvolti del Sud sono stati 57.531, contro i 130.406 del Centro e i 144.667 del Nord).
Il biennio del Fondo Nuove Competenze, alla fine del suo iter avrà riguardato il 4,8% dei dipendenti privati presenti sul territorio italiano.
Fondo Nuove Competenze, come farsi trovare pronti
HR Link, insieme a Skilla – Amicucci Formazione e all’avv. Angelo Pandolfo, promuove un webinar tecnico dedicato per illustrare i requisiti di accesso al fondo e le modalità di presentazione della domanda. La data del webinar – gratuito ma a numero chiuso – potrà essere fissata non appena saranno emanati i decreti attuativi.
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