L’80% dei lavoratori italiani non consiglierebbe il proprio capo
I risultati della ricerca “Good boss vs bad boss”. Piace il capo che lascia autonomia ai propri collaboratori, li ascolta e li coinvolge; non piace chi non definisce le responsabilità ed è orientato più ai processi che ai risultati. Avviso ai manager: il modo in cui trattate i collaboratori sarà lo stesso con cui loro tratteranno i clienti
Gli esperti dicono che la figura maggiormente messa in discussione dalla digital transformation è quella del capo. Ha bisogno di reinventarsi, di essere sempre più leader e non boss, di adattarsi all’esercizio della leadership in un ambiente sempre più virtuale, di saper scegliere i propri collaboratori e dare loro piena autonomia.
Difficile fare il capo, ma anche lavorare con un capo difficile.
Consiglieresti il tuo capo?
Per l’80% è no.
La ricerca
Consiglieresti ad altri il tuo capo come una persona con cui lavorare? L’80% delle oltre 600 persone intervistate nella ricerca “Good Boss vs Bad boss” della LIUC Business School ha risposto di no. La ricerca è frutto di un’indagine realizzata dal Centro sul Cambiamento, la Leadership e il People Management della LIUC Business School. Si arriva all’80%, sommando i “detrattori” (particolarmente critici rispetto al proprio capo) e i “neutrali”. Il campione degli oltre 600 intervistati comprende persone impiegate in svariati settori, ma il più rappresentato è l’industria.
Nella ricerca anche un focus sui comportamenti che portano a consigliare il proprio capo e su quelli che portano a non consigliarlo.
Good boss
Tra quelli che consigliano il proprio capo – spiega il professor Vittorio D’Amato, Direttore del Centro – il comportamento più votato è la capacità di lasciare ai collaboratori un ampio grado di libertà nel modo in cui si conseguono i risultati. Subito dopo, la disponibilità ad ascoltarli per un confronto. Emerge un trend che è tipico dei millennials, più orientati rispetto alle generazioni precedenti a una gestione autonoma del lavoro, in cui a contare sono i risultati e non le modalità operative. Dati che ci parlano dunque di smartworking, di flessibilità nei tempi e nei luoghi di lavoro e anche di conciliazione tra vita e professione. Senza perdere, però, in produttività.
Bad boss
Guardando invece ai comportamenti del bad boss, la ricerca segnala l’incapacità di definire chiaramente ruoli e responsabilità (33,4%), la mancanza di feedback tempestivi (30,2%), la difficoltà nel gestire le proprie emozioni e quelle altrui (26,6%), la mancata definizione di criteri sui quali valutare le prestazioni dei collaboratori (23,7%).
Disengaged
La ricerca della LIUC Business School sarà un primo passo per ulteriori approfondimenti: “I risultati – spiega D’Amato – ci confermano una tendenza a livello internazionale: nel 2017, infatti, l’87% dei collaboratori si dichiarava disengaged (ricerca Gallup). Dati sui quali vogliamo invitare i manager a riflettere. Il monito può essere: il modo in cui trattate i vostri collaboratori sarà lo stesso con cui loro tratteranno i vostri clienti”.